LA TRAGEDIA
Mottarone: «Conoscevano il rischio»
La Cassazione: Perocchio e Nerini sapevano che la funivia andava col freno d’emergenza disinserito

C’è una «mole di convergenti emergenze istruttorie che attestano, per un verso che Enrico Perocchio, pienamente consapevole al pari di Luigi Nerini, del problema manifestatosi e della necessità che, in assenza di un radicale intervento di manutenzione, l’impianto funzionasse con il freno di emergenza disinserito, ha espressamente avallato questo incauto modus operandi e per l’altro che i tragici fatti del 23 maggio 2021 hanno interessato una realtà aziendale che aveva già fatto i conti, in passato, con il conflitto tra le esigenze della sicurezza e quelle di natura economica». Lo dice la Cassazione nel verdetto sulla tragedia del Mottarone.
«Solida» è la motivazione con la quale il Tribunale del riesame di Torino, applicando gli arresti domiciliari all’ingegnere Perocchio (direttore della funivia del Mottarone e dipendente della Leitner, società della manutenzione dell’impianto crollato il 23 maggio 2021 con 14 morti) ha dichiarato attuale il «pericolo di recidiva» e il «pericolo di reiterazione» Lo sottolinea ancora la Cassazione - verdetto 39091 depositato oggi, udienza del 15 aprile - che ordina al riesame di valutare se «in vista della tutela delle persistenti esigenze cautelari» si possa applicare il solo divieto temporaneo ad esercitare la professione.
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