I PAPERONI
Multe, Comabbio record
Il piccolo Comune varesino grazie all’autovelox incassa 781,43 euro pro capite: staccate Milano, ferma a 101, Pavia, Mantova e Brescia

La giustificazione non cambia: si fa prevenzione stradale. La verità vera forse è un’altra: si fa cassa. La fanno i Comuni utilizzando gli autovelox, incubo spesso imprevedibile degli automobilisti. Come succede lungo la Statale 629, che collega Vergiate a Gemonio, fonte inesauribile di introiti da parte dei centri che attraversa. In cima alla lista c’è Comabbio, poco più di un migliaio di abitanti, paese che batte tutti in Lombardia per entrate pro capite grazie all’autovelox: 781,43 euro a testa.
Più di Milano, ferma a 101 euro pro capite. Più di Pavia, Mantova e Brescia. Che però sono superate, compreso il capoluogo regionale, da Travedona Monate, un altro borgo che attinge dalle multe dei malcapitati automobilisti che percorrono la stessa Statale: 134,49 euro per abitante. Un bel contributo alle asfittiche risorse degli enti locali.
Anche se, andando a chiedere conto ai sindaci interessati, ti senti rispondere che sì, l’autovelox aiuta, ma non risolve granché. Proprio come spiega Maria Paola Rovelli, prima cittadina di Comabbio al Corriere della Sera, giornale che ha reso nota la classifica dei Comuni lombardi sulla base di uno studio di Openbilanci.
Sostiene la sindaca: «Incassiamo poco più della metà di quanto la polizia locale contesta. I ricorsi e la burocrazia rimandano negli anni gli introiti delle contravvenzioni».
Un problema? Sarà.
Intanto chi cade nella rete degli autovelox protesta. Polemiche che si ripetono da tempo, con accentuazioni pesanti, che chiamano in causa l’opportunità di simili, impietosi strumenti per rivelare la velocità e, manco a dirlo, polemiche che riguardano la congruità dei limiti imposti sulla Statale: 90 chilometri all’ora, che giustamente scendono a 60 in prossimità degli incroci.
Sono però i 90 all’ora a suscitare i mugugni più impellenti: l’arteria è a doppia carreggiata, due corsie per parte.
Basta un niente per superare, anche di un amen, il limite e finire sanzionati a fronte di un traffico non propriamente insostenibile.
Senza contare che fino a qualche tempo fa erano in funzione i T-Red, i semafori intelligenti che mietevano altrettante vittime. Al prezzo di uguali polemiche. T-red al centro di inchieste della magistratura, che operò alcuni arresti e inviò avvisi di garanzia all’inventore del marchingegno e a coloro i quali, in giro per l’Italia, ne abusarono.
Nulla di ciò è da mettere in relazione con la Statale 629, ma in provincia di Varese va ricordato ad esempio il caso di Casorate Sempione, un altro Comune incappato nella bufera giudiziaria per le presunte approssimazioni con cui venivano utilizzati le strumentazioni stradali.
Storie del recente passato, che hanno contribuito a un diverso impiego degli autovelox. Come pare sia accaduto a Vergiate, il paese dove origina la strada incriminata, che pure macinò denaro con le infrazioni accertate dei suoi due rivelatori di velocità, installati nelle opposte direzioni della 629. Succedeva così che si rischiava di pagare più volte una multa per la stessa inosservanza: era sufficiente superare i limiti ad ogni postazione. Esborso enorme e relativa perdita di punti sulla patente per i “poveri” automobilisti, di sicuro indisciplinati ma anche soggetti da spremere senza remissione.
Poi, è chiaro, sindaci e polizia locale fanno rifermento ai dati sul numero degli incidenti, in netto calo da che sono in vigore i limiti. Scudo dietro al quale si riparano persino gli amministratori di Milano per sostenere l’efficacia delle tante “trappole” disseminate per le vie principali della città. Difficile eccepire, ma a goderne i benefici sono tra l’altro i bilanci dei diversi Comuni. Che sui limiti di velocità ci campano, o quasi.
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