SPETTACOLI
Da Pozzetto a Elisabetta Pellini: la Pasqua dei vip varesini
Ecco dove gli attori e gli artisti trascorreranno le loro feste

Chi vive a Roma festeggia a Varese e provincia, chi abita a Milano sceglie invece, con l’eccezione di Enzo Iacchetti, altre mete. Così si comporta la nostra gente di spettacolo accomunata comunque dalla decisione di concedersi almeno due giorni lontano dal lavoro.
Tra gli assenti illustri spicca Renato Pozzetto, che dopo avere rassicurato sulle condizioni di salute («Cerco di convivere il meglio possibile con i miei acciacchi»), spiega: «Questa volta vi tradisco, non tornerò, come faccio di solito, da Milano a Laveno, ma andrò in Piemonte, da amici a La Morra».
Niente tappa al lago neppure per il luinese Massimo Boldi, altra presenza quasi quotidiana, al pari del ragazzo di campagna, di Cine34, rete tv di solo cinema italiano.
«Resto a Milano - assicura Cipollino - ma non sto tutto il tempo a casa perché, se piove, andrò al cinema, E se c’è il sole, pure. In genere punto sul made in Italy ma sono tentato da I tre moschettieri, ho sempre sognato di essere il quinto o il sesto».
Grande protagonista dell’ultimo Natale al cinema, con la presenza in due dei film più visti, Il grande giorno, accanto a Aldo, Giovanni e Giacomo, e Le otto montagne, Elena Lietti sarà a breve di nuovo sul grande schermo. Dopo averla diretta in Tre Piani, Nanni Moretti l’ha voluta anche per Il sol dell’avvenire, in uscita il 20, nel trailer si permette addirittura di bocciare una sceneggiatura del regista. Per lei niente feste nella sua Saronno, ma qualche giorno al mare, in Toscana.
Unica eccezione tra i milanesi d’adozione, Enzo Iacchetti sceglie «le radici sul lago». Nella sua allegra Maccagno, dal fratello Mauro, «Pronto, si fa per dire, alle domande difficilissime dei nipoti».
Più mobile la colonia romana. Torna a Luino, dalla sorella Alessandra, Eliana Miglio.
«Toccata e fuga però perché mi attendono le prove di uno spettacolo teatrale che debutterà a settembre a Milano».
Prima sarà al cinema con La Cura, film di Francesco Patierno, liberamente ispirato al romanzo La Peste di Albert Camus, con Francesco Di Leva e Alessandro Preziosi, ambientato in una Napoli in pieno lockdown.
Reduce dal set del noir Buio come il cuore, girato da Marco De Luca in Calabria e in Sicilia, Elisabetta Pellini, in attesa di apparire nelle sale con il thriller di Stefano Odoardi Dark Matter, torna oggi a Varese, si fermerà pochi giorni.
Appena arrivato da Roma, starà qui, dai suoi, fino al 14, Davide Serino, lo sceneggiatore candidato al David di Donatello per Esterno Notte, il film di Marco Bellocchio sul caso Moro. Ospite l’altra sera di Hollywood Party, programma di Rai Radio 3, saprà il 10 maggio se avrà vinto la statuetta.
«Naturalmente, ci spero ma - precisa - sono già felice per questa mia prima nomination a un premio così importante».
All’orizzonte non ha una vacanza pura ma la conclusione della sceneggiatura di M. Il figlio del secolo, serie Sky in otto puntate che si sta girando a Roma con Benito Mussolini impersonato da Luca Marinelli. Tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, è diretta da Joe Wright. Nel cast anche la saronnese Lietti.
A Varese per le feste anche Laura Cotta Ramosino, sceneggiatrice strappata a Lux Vide, dove era tra le penne di punta, da Netflix.
Pasqua romana, raggiunto dalla moglie, invece per Giancarlo Ratti.
«Tornerò a Varese a breve - spiega l’attore, valore aggiunto de Il ruggito del Coniglio - perché devo completare la registrazione di un audiolibro, Calypso 18, di David Raimond Sedaris, umorista e scrittore statunitense davvero divertente».
Materia più che interessante ma impegno di tutto rispetto: «Ogni seduta è di sei ore, quando esci voce e testa non sono poi così chiare».
Conosciuto dal grande pubblico principalmente come l’Antonio Barilon de I Cesaroni, Ratti in realtà artisticamente è nato con il teatro, dove torna ogni volta che può. Recentemente ha affiancato Tosca D’Aquino e Giampiero Ingrassia in Amori e sapori nelle cucine del principe, testo decisamente curioso di Roberto Cavosi che immagina cosa accade nell’area fornelli a Palazzo Ponteleone mentre al piano di sopra troneggia il famoso ballo de Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, reso immortale da Luchino Visconti.
Restando in tema di menu ma passando a una varesina d’adozione ma così sinceramente legata al nostro territorio da risultare testimonial straordinaria, Filippa Lagerback confessa di non essere guida attendibile.
«Scusate ma non mi sento di consigliare nulla - ammette la conduttrice tv ma anche autrice del libro Io pedalo e tu?, tra le sue tante prove d’amore per la bicicletta e la natura - perché ho ancora da finire il panettone». Lo farà a Varese.
Pasqua a casa ma a Busto Arsizio anche per Noemi Bertoldi, nuova nostra promessa del cinema, che apre, nel ruolo della figlia del personaggio principale interpretato da Pierfrancesco Favino, L’ultima notte di Amore, il film italiano più visto e apprezzato degli ultimi tempi. Fresca reduce dal set di Quello che gli altri non vedono, film realizzato da Federica Crippa per la Cactus Production imminente al Miv, ha davvero talento.
Non a Varese ma a Monza, dal figlio Stefano, la Pasqua di Memo Remigi che sul comodino da pochi giorni ha un suo libro: Sapessi com’è strano, autobiografia da lui scritta per Sperling & Kupfler.
«La presentazione - anticipa - sarà il 13 maggio alle 10.15 in Sala Montanari. A parlare del libro penserà l’amico Mauro della Porta Raffo, io suonerò il piano e canterò».
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