ALTA SORVEGLIANZA
‘Ndrangheta, Natale in isolamento per la figlia del boss
Nei giorni scorsi Francesca Rispoli è stata trasferita nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano

Festività in isolamento a San Vittore per Francesca Rispoli. Poi, la notizia è di pochi giorni fa, è stato disposto il trasferimento nella sezione femminile del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) in regime ad alta sorveglianza. L’ordinanza con la quale, non più tardi del 4 dicembre scorso, la terza Corte d’Appello di Milano ha disposto la custodia cautelare in carcere per la primogenita di Vincenzo Rispoli, capo indiscusso del locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo secondo la sentenza definitiva di condanna nel procedimento “Bad Boys”, è stata infatti confermata dal Tribunale del Riesame del capoluogo lombardo al quale erano ricorsi i suoi due legali, gli avvocati Antonio D’Amelio e Luigina Pingitore. Non sono ancora state depositate le motivazioni dell’ordinanza del Riesame, che ha inoltre scelto di confermare l’ordinanza cautelare nei confronti del compagno della donna, Giovanni Lillo, dello zio Giuseppe Di Novara e di suo fratello Michele, in precedenza sollecitata dal pm dell’Antimafia Alessandra Cerreti e dall’avvocato generale Lucilla Tontodonati dopo che la Corte d’Appello, ribaltando il verdetto del giudizio abbreviato davanti al gup milanese Anna Magelli in uno dei numerosi filoni legati all’operazione “Krimisa”, ha condannato tutti e quattro gli imputati per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Così, Francesca Rispoli, assolta in primo grado (il gup aveva riqualificato l’estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e l’imputazione era caduta in assenza di querela da parte offesa), è stata condannata in appello a quattro anni e cinque mesi di reclusione; Lillo ha visto lievitare la sua pena a dieci anni e otto mesi; i due fratelli Di Novara a otto anni a testa. Se Lillo e i due Di Novara sono stati identificati come gli autori della violenta spedizione punitiva a Malta nei confronti di un imprenditore edile brianzolo in trasferta, massacrato di botte perché non avrebbe pagato in toto il lavoro svolto, Francesca Rispoli è stata riconosciuta colpevole di concorso morale nell’estorsione. Secondo l’accusa, la donna, che ha già scontato un anno di custodia cautelare per questa vicenda, avrebbe agevolato la spedizione punitiva acquistando il biglietto aereo per Malta per lo zio e suo fratello. I difensori hanno preannunciato ricorso per Cassazione.
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