M.O.
Netanyahu in Uganda sulle orme del fratello Yoni, l'eroe di Entebbe
Premier israeliano avvia tour in Africa sub-sahariana
Gerusalemme, 4 lug. (askanews) - Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è partito oggi per l'Uganda, dove esattamente 40 anni fa fu ucciso suo fratello e che oggi diventa la prima tappa di una "storica" quattro giorni in Africa sub-sahariana. L'obiettivo è quello di consolidare le relazioni israelo-africane, oltre che onorare la memoria di Yonatan, detto Yoni, morto nel celebre raid di Entebbe, di cui il fratello maggiore dell'attuale primo ministro, all'epoca trentenne era il il comandante. prigionieri perse la vita.
"Spesso devo mandare gente in posti dove, se qualcosa va storto, non torneranno più. E allora, in quei momenti, mi consulto con mio fratello. Lo faccio molto più spesso di quanto possiate immaginare", ha raccontato il primo ministro israeliano in un'intervista al New York Times, che scandaglia in un lungo articolo il legame tra i due fratelli, uno in vita, l'altro morto, "che ha cambiato profondamente Israele".
Nel quarantesimo anniversario del raid costato la vita a Yoni, la vicenda è tornata con vigore nella vita e nella narrativa del Paese ebraico. Un libro di testimonianze di compagni del commando - tutti sopravvissuti - è stato appena pubblicato in lingua ebraica, una mostra è stata allestita a Tel Aviv, la memoria di quel blitz è tornata nel dibattito pubblico, con molti quesiti proprio sulla trasformazione in "leggenda" di Yoni Netanyahu, descritto come guerriero, poeta, brillante giocatore di calcio, studente modello, la cui memoria è stata coltivata con grande fervore dalla famiglia dell'attuale premier. "Aveva l'anima del poeta, era un grande scrittore, ma era anche un uomo d'azione, un comandante senza pari, sapeva pensare ed agire", dice oggi il fratello "Bibi". "Aveva una grande anima".
Nel 1976, la "stella" dei Netanyahu era comandante della Sayeret Matkal, le Forze di Difesa Israeliane, unità d'elite specializzata e della cui attività si sa sempre poco. Il 27 giugno un commando di palestinesi e tedeschi dirottò un volo Air France in rotta da Tel Aviv a Parigi e lo fecero atterrare ad Entebbe, a 3.000 chilometri da Israele. Quanto i terroristi cominciarono a dividere gli ostaggi tra ebrei e non ebrei, Shimon Peres, che era all'epoca ministro della Difesa, decise di mandare un commando militare: furono uccisi tutti i sequestratori e furono liberati gli ostaggi, ma il comandante Netanyahu venne colpito da un unico colpo di pistola, fatale. Ad oggi ancora si discute su chi fu a spararlo.
Così oggi il premier Netanyahu è partito sulle tracce della memoria del fratello e su un sentiero africano ancora pochissimo battuto da Israele, accompagnato da 80 imprenditori a rappresentanza di una cinquantina di importanti imprese israeliane. Dopo l'Uganda, dove è in agenda una commemorazione del raid di Entebbe e dove il suo arrivo è stato salutato da 19 salve di cannone e dalla fanfara militare che ha intonato l'inno israeliano, Netanyahu andrà in Kenya, Rwanda ed Etiopia.
"Israele è stato messo sulla lista nera in Africa, noi siamo stati scartati a causa di pressioni politiche da parte di un gruppo di Paese dove noi eravamo impegnati negli anni '60 e '70 ed è servito tempo per cambiar le cose. Perchè non rivedere questa assurdità?", si è chiesto il primo ministro israeliano in una intervista al quotidiano ugandese Daily Monitor.
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