PIAZZA PLEBISCITO
No ai profughi gridato in tv
Lega e comitato agguerriti. Tre sindaci con tricolore in mano per protesta contro il governo

Tanta rabbia da esprimere, pochi istanti per poterlo fare. La trentina di leghisti e di appartenenti al comitato Basta Profughi che giovedì si sono riuniti in piazza Plebiscito non hanno avuto molto spazio nella trasmissione di Rete 4 “Dalla vostra parte” condotta da Maurizio Belpietro. Ma hanno cercato comunque di far sentire forte la loro voce tra diversi altri collegamenti che catturavano l’attenzione del conduttore e degli ospiti della puntata.
A rappresentare ufficialmente la Lega bustese nel luogo simbolo della contestazione dei richiedenti asilo di via dei Mille, c’è il consigliere Ivo Azzimonti, pochette verde nel taschino e fuga pronta verso il consiglio comunale che inizia alle 21. Idem per il vicesindaco Stefano Ferrario, che per ragioni istituzionali sceglie di stare dietro le telecamere.
A rappresentare i Comuni ci sono invece alcuni sindaci: i leghisti Leonardo Tarantino per Samarate e Luciano Grandi per Castronno, accanto ad Andrea Terrarolo per Mercallo (lista civica). Tutti con la fascia tricolore in mano, non indossata, in segno di protesta. Dietro di loro una trentina di persone, intorno alcuni curiosi e molti poliziotti e carabinieri.
Le storie raccontate sono diverse: si va dalla famiglia di Crema che vive con 500 euro al mese e «si vede passare davanti in graduatoria per la casa gli immigrati», all’alta percentuale di stranieri di Montevarchi in provincia di Arezzo.
Davide Loreti presenta i bustesi alle 20.40. Simona Malpezzi del Pd è chiamata a difendere le parti del governo e si scontra a distanza con Maurizio Gasparri e con il leghista Alessandro Morelli. E’ Michele Karaboue quello che la indispettisce maggiormente.
A Busto viene data la parola alle 20.50. Loreti illustra la situazione: 170 persone in una palazzina, la boutade - dice lui - della cooperativa che dichiara al Comune “ti lascio tutto in comodato d’uso, gestisci tu i profughi”. «Troppo comodo - reagisce Azzimonti alla provocazione concordata - Prendono 35 euro al giorno per persona, 25mila in tutto. Ma la città non regge questo carico, non va bene. Hanno fatto scendere il piazza le persone, ci sono alti costi per la comunità. Intanto i profughi hanno la sanità gratuita e non fanno la fila in ospedale».
Alle 21 tocca ai sindaci. Tarantino sbotta: «Gli italiani devono rispettare le regole, loro no. Nella mia città hanno occupato una struttura che non ha le caratteristiche giuste. Assurdo».
Checco Lattuada, a nome del comitato spontaneo, annuncia la volontà di scrivere una lettera molto dura al prefetto «perché non mandi più migranti e non gestisca il tessuto comunitario come fosse casa sua». Un ragazzo con felpa lumbard incalza: «Le onlus che danno pasti agli italiani in difficoltà non ricevono fondi, queste cooperative ne hanno un sacco».
Malpezzi in collegamento suggerisce la politica degli Sprar, gli spazi affidati a cooperative esperte ma per piccoli gruppi e con regia comunale. «Castronno ha 5300 abitanti, hanno collocato i profughi in zona residenziale, la gente si lamenta! Noi a differenza di Renzi siamo stati votati, non possiamo accettare questa situazione», tuona il suo sindaco. E intorno è un coro di no all’idea di seguire questa strada.
Tarantino aggiunge che non può farsi carico di altre persone, «ho il blocco delle assunzioni». E stoppa anche gli Sprar: «Ho fatto questa esperienza, ma non regge con i numeri attuali».
Altre voci si levano. C’è chi consiglia «se li prendano i Paesi arabi, che sono straricchi con il petrolio». Il sindaco di Mercallo suggerisce di agire nelle terre di origine: «Devono vivere lì in pace, non possono essere mandati qui senza una casa né un lavoro».
Alle 21.15 le luci si spengono. Non c’è più tempo e il gruppo si sfalda. Alberto Barcaro, da Somma Lombardo non è riuscito a far sentire la sua voce: «Dei cittadini hanno trovato due migranti al tabacchino, mandavano soldi in Africa e per farlo servono carta di identità e codice fiscale. Non è giusto che li abbiano, come puoi mandarli via poi se non gli concedono asilo?» La domanda, come tante,resta senza risposta.
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