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Non solo social: gli italiani leggono di più
La lettura è sempre di più una delle attività preferite nel tempo libero degli italiani
Non solo serie Netflix o infinite “spolliciate” social sullo smartphone: gli italiani trascorrono il loro tempo libero anche sfogliando un libro. Digitale o cartaceo, cambia poco: quel che conta è la sostanza. E la sostanza è che, almeno a parole, il popolo italico è composto, oltre che da santi, poeti e marinai, pur da lettori. O almeno così si dichiarano nei dati raccolti dall’Osservatorio Aie sulla lettura, a cura di Pepe Research.
Nel 2025 sono tre su quattro, ovvero il 76 per cento della popolazione nella fascia d’età tra i 15 e i 74 anni, in crescita rispetto all’anno precedente. Tutto bene? Non proprio. A far storcere il naso è il fatto che l’indagine comprende pure chi ha letto anche solo in parte un singolo volume, inclusi fumetti, libri di cucina, guide turistiche e perfino la manualistica in genere. «Piuttosto che niente, è meglio piuttosto», verrebbe da dire, riportando un simpatico detto popolare. Tant’è.
Quali sono le caratteristiche del lettore oggi in Italia? Perché oltre la metà dei lettori continua da tempo a non leggere più di un libro ogni quattro mesi? E come si può incentivare la diffusione del libro nel nostro Paese superando anche le attuali disparità geografiche e puntando, oltre ad allargare la base dei lettori, a migliorare la "qualità" di questa pratica? Il tema sarà affrontato il 4 e il 5 dicembre all’interno di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria organizzata dall’Associazione Italiana Editori (Aie) e in programma alla Nuvola di Roma. Momenti come questo sono preziosi per capire tanto d’un Paese e della rotta che sta seguendo, se è vero che l’indice di lettura può essere considerata una sorta di cartina tornasole del livello culturale. In questo senso c’è ancora molto da fare, ma si può partire da un piccolo dettaglio per certi versi confortante: che sia narrativa, cucina, fumetti o guide di viaggio, tre quarti degli italiani mantengono una buona curiosità verso tutto ciò che si può leggere, o almeno così rispondono a domanda diretta. Basterà a contrastare l’analfabetismo di ritorno che spesso si incontra sui social, giusto per fare un esempio? Questo, per il momento, non è dato saperlo: occorrerà attendere le statistiche dei prossimi anni. Ma, scomodando un’altra volta gli antichi detti popolari, «la speranza è l’ultima a morire».
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