IL PROGETTO
Nuovo teatro al Politeama, camion “di traverso”
Varese, in Commissione il problema dell’accesso dei mezzi pesanti con le scene
Potrebbe sorgere un intoppo lungo il percorso del progetto del nuovo teatro all’ex Politeama di Varese. La Commissione urbanistica riunitasi ieri sera, convocata dalle opposizioni per chiarire alcuni aspetti della rigenerazione dell’area, ha infatti fatto emergere un punto rimasto finora ai margini del dibattito: come accederanno i mezzi pesanti destinati al trasporto delle scenografie, diretti alla futura torre scenica che verrà realizzata nel giardino retrostante l’ex Politeama?
Antica Formazione
Secondo quanto emerso, i camion dovrebbero imboccare il vialetto laterale dell’edificio di via Orrigoni 5, dove sorge la villa storica tutelata. L’area ricade all’interno di un Nucleo di Antica Formazione (Naf), cioè quella parte della città storica in cui il Piano di Governo del Territorio impone regole più restrittive per rispettare l’impianto originario, la qualità architettonica e la fragilità degli spazi interni. Nel Naf non contano solo i volumi, ma anche la morfologia dei cortili, la viabilità minuta, le distanze dagli edifici di pregio. È questo che renderebbe delicato l’ingresso di mezzi di grandi dimensioni in un punto così ristretto e storicamente significativo.
A chiarire la posizione degli uffici tecnici è intervenuto l’ingegnere comunale Gianluca Gardelli, che ha spiegato come «l’edificio di via Orrigoni rientri nel Naf, ma questa classificazione va letta insieme al Masterplan, che individua l’intera area come ambito di rigenerazione». Ha poi precisato che «il Masterplan non ha modificato il Pgt né il Piano delle Regole: l’edificio resta classificato come Naf. Tuttavia, la rigenerazione urbana prevista dal Masterplan introduce alcuni parametri necessari alla fattibilità dell’intervento».
Le altezze
Tra questi, l’ingegnere ha citato «l’aumento delle altezze per permettere la realizzazione della torre scenica, che sorgerà dopo la demolizione di un secondo edificio situato nel cortile. La villa principale, invece, non sarà oggetto di intervento perché sottoposta a tutela». Resta però il nodo della logistica: l’accesso accanto alla villa e la necessità di manovra dei mezzi richiedono verifiche tecniche puntuali, che ieri non sono state approfondite. Se confermato, questo punto potrebbe rivelarsi più complesso del previsto, perché riguarda non solo la funzionalità del teatro ma anche la tutela del tessuto storico che lo circonda.
«Sede sbagliata»
Ad esprimere la posizione politica delle opposizioni sul progetto complessivo è la capogruppo leghista Barbara Bison: «Personalmente rimango dell’idea che sia stata una scelta sbagliata sacrificare il teatro Apollonio per concentrarsi unicamente sul Politeama, che potrà contare poco più di 800 posti. Varese è un capoluogo di provincia e, come tale, meritava una struttura adeguata, idonea ad ospitare anche grandi spettacoli o artisti di fama che non saranno certo attratti, per una questione di sostenibilità di costi, da un teatro così contenuto. Senza considerare che la riqualificazione del teatro Apollonio avrebbe avuto ripercussioni positive sul comparto di Piazza Repubblica. Non a caso il progetto di Fontana andava in quella direzione». Un intervento che si inserisce nel più ampio dibattito politico riaccesosi dopo il cambio di rotta rispetto al precedente Accordo di Programma, che prevedeva un teatro in piazza Repubblica e una diversa destinazione culturale per l’ex caserma. Per ora, però, gli aspetti tecnici più delicati, dalla logistica dei mezzi ai dettagli dei pareri della Soprintendenza, non sono stati approfonditi. Il presidente Domenico Marasciulo ha annunciato che saranno oggetto di una prossima seduta della Commissione Lavori Pubblici, durante la quale verranno illustrati il progetto definitivo e le relative analisi tecniche.
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