SALUTE
Alzare il volume? Meglio di no

Bei tempi quando MARRS cantava Pump up the volume. Era il 1987 e forse nessuno a quell’epoca avrebbe mai immaginato, nemmeno nei peggiori incubi, di vivere una pandemia come quella in cui siamo incappati ormai da due anni e che ha segnato il mondo nel profondo. Negli sguardi, nei contatti ma anche nel nostro modo di sentire.
«Alza il volume» non è più una cosa da fare; o meglio, da fare ma con grande attenzione. Diverse persone hanno realizzato di avere problemi di udito proprio durante la pandemia. Già, perché chi ha deficit dell’udito, non avverte bene le parole e compensa, spesso senza accorgersene, con la lettura dei movimenti labiali e l’attenzione alle espressioni facciali. E l’obbligo di indossare la mascherina, che copre quasi del tutto il viso, ha messo a nudo queste difficoltà.
Anche tra i più giovani e l’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme. Oltre un miliardo di persone nel mondo di età compresa tra i 12 e i 35 anni rischia di perdere l’udito a causa dell’esposizione prolungata a musica e ad altri suoni ad alto volume.
Nella vita di bambini e adolescenti, la musica ad alto volume, ascoltata quasi sempre con auricolari o cuffie, è ormai una compagna quasi inseparabile. Con non pochi danni per l’udito, che è invece un bene da custodire.
Come? Una regola semplice è quella del sixty-sixty (60-60): limitare la durata dell’esposizione a non più di 60 minuti continuativi e tenere il volume non oltre il 60% del massimo impostabile sul dispositivo che si utilizza. Altri consigli riguardano la modalità di ascolto: per ridurre l’intensità è preferibile scegliere vivavoce o ascolto distanziato, a seguire le cuffie e come ultima scelta gli auricolari. Pensate che il livello di intensità del rumore della musica a volume elevato, ascoltata in un tragitto casa-scuola di poche decine di minuti su mezzi pubblici rumorosi, equivale a quello di un turno di un operaio all’interno di una catena metalmeccanica che però usa dispositivi di protezione.
In situazioni come discoteche, bar, concerti ed eventi sportivi - che ora tornano a svolgersi in assoluta normalità - il rischio dipende anche dal fatto che non vengono offerte opzioni per un ascolto sicuro. A tal proposito, l’Oms raccomanda un livello sonoro medio massimo di 100 decibel, l’ottimizzazione dell’acustica del locale e dei sistemi audio, la messa a disposizione al pubblico di dispositivi di protezione personale dell’udito e la possibilità di accesso a zone tranquille per far riposare le orecchie.
Un ruolo fondamentale lo svolgono genitori ed educatori: a loro il compito di spiegare l’importanza di tutelare l’udito, non solo con divieti ma possibilmente in maniera interattiva.
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