IL SANTUARIO
Chiesetta d’Useria, tesoro fuori porta

Quando si arriva da Varese in Valceresio, c’è una chiesetta che, in mezzo al bosco, svetta proprio al centro della valle, sul versante di una collinetta a forma di panettone. Si tratta del Santuario della Madonna d’Useria, uno dei luoghi più belli e facilmente accessibili da visitare nell’alto Varesotto. L’edificio attuale, evoluzione di quello del 1200-1300, si presenta come una costruzione a pianta ottagonale e volta a crociera su base quadrata. All’esterno, sul lato settentrionale, è addossato un ampio portico a tre arcate, mentre il campaniletto, di recente costruzione, si innalza sullo spigolo nord-est. Proprio il campanile, dopo decenni di silenzio, salvo qualche sporadica occasione, è tornato a suonare regolarmente, per una volta al giorno. Con l’aiuto ricevuto da alcuni fedeli in memoria dei propri cari defunti, sono stati infatti sostituiti i supporti della campana della chiesa. Inoltre, sempre con questo contributo, è stato posizionato un motore, che permette di suonare la campana con un comando elettrico. E così, da qualche mese, ogni mezzogiorno sarà segnato dal suono programmato della “voce” della chiesetta d’Useria, per dare l’annunzio dell’Angelus. In questo modo si rievocherà anche un’usanza risalente al Medioevo, che serviva per scandire il lavoro dei campi e per ricordare la preghiera ai contadini. Le novità riguardanti l’Useria sono derivate dai lavori iniziati per il cambio dei pluviali del santuario, che hanno permesso di vedere da vicino lo stato del campanile e, in particolare, della piccola campana che, dal 1908, fa compagnia alla comunità di Brenno Useria, frazione di Arcisate. All’esterno, l’edificio che venne fatto ricostruire nella metà del Seicento a spese del cardinale Alfonso Litta e della popolazione di Brenno, si presenta con un tetto a falde e muratura a vista, con pietre più o meno squadrate e mattoni. L’interno, aperto raramente in concomitanza con alcune funzioni, è molto sobrio dal punto di vista pittorico, eccezion fatta per la decorazione in trompe-l’œil a imitazione del marmo in corrispondenza delle lesene. Sui quattro lati obliqui si aprono altrettante nicchie a conchiglia, ciascuna delle quali ospita una statua in terracotta (Sant’Antonio abate, Sant’Antonio da Padova, Santa Caterina da Siena e Sant’Anna). Sui lati nord e sud, si trovano altre due nicchie racchiuse tra stucchi di foggia barocca che custodiscono una statua di Gesù fanciullo e una Madonna con Bambino. Al centro del coro si innalza l’altare barocco con quattro colonne tortili che incorniciano un quadro raffigurante l’Annunciazione, realizzato da Ermanno Abbiati in epoca recente per sostituire l’antica tela trafugata. Anche il bassorilievo in gesso in facciata che sovrasta l’ingresso è opera dello stesso Abbiati, inaugurata nel 1989. La presenza del santuario è ben poco segnalata, ma non è comunque complicato da raggiungere attraverso due sentieri da percorrere in circa 10-15 minuti di tempo a piedi: da via Fornaci 28 (con parcheggio più comodo), oppure dall’azienda agricola Martinelli, alla fine di via Oberdan e prima della rotonda della Statale. In quest’ultimo caso, per raggiungere l’edificio sacro si cammina accompagnati dalle sculture della Via Crucis realizzate dall’artista brennese Ermanno Abbiati. Non rappresentando una camminata molto impegnativa, è una meta molto frequentata e amata dai pellegrini e dagli abitanti della Valceresio. Volendo, chi avesse fiato e gamba, dal Santuario può salire anche in vetta alla collina, raggiungendo il Crocione (555 metri di altitudine) in altri 20-25 minuti. Il sentiero, seppure sia decisamente irto, è stato recentemente sistemato da alcuni volontari e, in cima, oltre alla croce, si trova anche una scultura a forma di cuore, ideale per un selfie tra innamorati.
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