L’ICONA
La Graziella ora è elettrica
La bici più amata torna in chiave moderna

Raffinata, amatissima da intere generazioni di italiani e, ora, pure elettrica. È la Graziella, la prima bici pieghevole italiana, nata grazie a un disegno di Rinaldo Donzelli e prodotta a partire dal 1964 dalla fabbrica Carnielli di Vittorio Veneto di nome Bottecchia. Tanto bella, quanto comoda da divenire molto popolare in Italia, situandosi fra le icone del Made in Italy degli anni Sessanta, anche grazie a un’abile strategia di pubblicità. La Graziella, infatti, fu pubblicizzata nientemeno che dalla stella del cinema Brigitte Bardot, contribuendo in maniera decisiva a rivoluzionare la percezione comune della bicicletta, che fino agli anni Cinquanta era considerata solo come attrezzatura sportiva o come mezzo di trasporto “povero”. D’altronde da Girardengo in poi, gli italiani hanno sempre amato la bici ed è come se, in un certo senso, aspettassero qualcosa come la Graziella per poter pedalare, ma con grazia e stile, diventando uno status symbol della nuova gioventù benestante. La Graziella, in particolare, era strutturata senza canna orizzontale, con cerniera centrale, piccole ruote da 16 pollici, sella e manubrio smontabili. Nel 1971 subì un aggiornamento per cui venne aumentato il diametro delle ruote e furono aggiunti particolari come il portapacchi in tinta e i modelli originali sono ancora oggi oggetto di collezionismo e modernariato.
E chissà che tra qualche anno, non diventerà un’icona anche la nuova Graziella. Già perché la Bottecchia Cicli, azienda veneziana, si è inventata un nuovo modello, a pedalata assistita. Insomma, come avviene con alcuni film, in questi mesi è stato realizzato un remake che può far tornare giovani, oppure può far conoscere alle nuove generazioni un mito italiano del secolo scorso. D’altronde, visto il boom che stanno avendo le biciclette elettrificate, era proprio il caso di dare un’altra vita a quella che oggi si chiama Be 05 Genio eBike Graziella 20. Le linee sono simili alla sua antenata. perché sono mantenuti il telaio in alluminio 6061 senza canna, con una forcella rigida in acciaio, mentre i cerchi sono da 20 pollici e sulla bilancia pesa 18,2 chilogrammi. Il propulsore dell’e-fold è nel mozzo della ruota posteriore, è da 36 V, 250 W ed è in grado di raggiungere una velocità massima di 25 chilometri orari. La batteria slim è esterna, è sistemata sotto il portapacchi posteriore, la sua composizione vanta celle Samsung, è da 36 V, 8 Ah e dall’autonomia massima dichiarata di 50 chilometri. L’e-bike monta un cambio Shimano TX35 a 7 velocità, dispone di freni BTC alu V-brake e il cockpit LCD ha otto funzioni per monitorare lo stato del mezzo. Inoltre, è possibile scegliere di accessoriarla con un fanale anteriore e una luce posteriore, parafanghi, portapacchi posteriore e cavalletto laterale. Si può comprare nel sito dedicato oppure cercare il rivenditore più vicino e il costo è di 1.499 euro. Tornando agli anni Sessanta, la capostipite era robusta e poteva essere comodamente riposta nel portabagagli delle macchine utilitarie perché da piegata occupava infatti uno spazio di 75x60x30 centimetri per un peso complessivo di 16 chilogrammi. Tanto anticonformista e surrealista da colpire pure Salvador Dalì: il celebre pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer spagnolo venne infatti ritratto mentre trasportava alcune sue opere a fianco della sua inseparabile Graziella. E così la bici rivoluzionaria creò presto una moda e un fenomeno sociale, facendo riscoprire alle famiglie italiane la gioia della passeggiata in bicicletta. A fronte del successo della bici pieghevole che grazie alle sue caratteristiche ha modificato lo stile di vita e le abitudini degli italiani, vennero realizzate diverse edizioni speciali che nel corso degli anni hanno contribuito a colorare e rafforzare la sua fortuna. Perché pedalare in libertà è una gioia. E, oggi, pure con l’aiutino elettrico.
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