LE MOTIVAZIONI
Delitto Colombo, Cerutti «confessò»
La condanna definitiva a trent’anni poggia sulle dichiarazioni dell’imputato rese a terze persone

«Sono attendibili» le dichiarazioni dei principali testimoni dell’accusa che hanno contribuito a identificare l’autore del delitto di Roberto Colombo e il suo movente.
È quel che si evince leggendo le motivazioni della sentenza con la quale la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione a carico di Emiliano Cerutti, 41 anni, originario della Valcuvia.
Quest’ultimo, al termine di un processo indiziario, è stato ritenuto responsabile di aver ucciso il 23 settembre 2013 con due colpi di arma da fuoco (arma mai ritrovata) l’amico, 49 anni, disabile, e poi di averlo sepolto nel bosco non lontano dalla minuscola frazione Cariola di Casalzuigno dove entrambi abitavano.
Premesso che, come spiegato in precedenza dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano, nessuno dei testimoni ha mai riferito di dissapori della vittima con altre persone e pertanto era assolutamente improbabile che un estraneo potesse aver ucciso Colombo, la Cassazione ha posto l’accento sul fatto che la vittima scomparve proprio il giorno stesso in cui Emiliano Cerutti fece due cose che non potevano passare inosservate.
Descritto come arrabbiatissimo per aver subito il furto di quasi un chilo di piante di cannabis, minacciò prima con una pistola un operaio della falegnameria di Rancio Valcuvia, e poi preannunciò, in pubblico, al titolare di un bar di Cuveglio, l’uccisione di chi gli aveva rubato l’erba.
Il giovedì seguente la sparizione, lo stesso esercente ha riferito un altro dettaglio ritenuto molto importante nella ricostruzione dei fatti. Già, perché in piena fase di incertezza rispetto alla sorte di Roberto Colombo, mentre un po’ tutti in paese si interrogavano su che fine avesse fatto, Cerutti pronunciò una frase inquietante: «Ho fatto una minchiata».
Una frase alla quale fu in seguito attribuito un significato confessorio, proprio perché collegata a una minaccia di morte. Perché il testimone attese a riferire questa frase fino al giorno del ritrovamento di un piccone, nascosto sotto terra, a una ventina di metri di distanza dal luogo in cui fu rinvenuto il cadavere di Colombo il 12 novembre del 2013?
Il testimone ha dichiarato di aver subito capito che cosa ci fosse dietro a quella affermazione e di essersi spaventato.
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