L’OMICIDIO
Escort uccisa, fermato un giovane operaio. Erano amici
Svolta nelle indagini: Andrea Mostoni accusato del delitto di Legnano. Si proclama innocente. Il possibile movente passionale

Incastrato dalle telecamere e da una serie di errori grossolani che hanno permesso agli inquirenti di ipotizzare la sua colpevolezza in meno di ventiquattro ore. Ieri mattina, mercoledì 28 maggio, i carabinieri di Legnano hanno prelevato Andrea Mostoni - operaio ventinovenne - dal suo appartamento di Robecco sul Naviglio e lo hanno accompagnato in Procura a Busto Arsizio. L’accusa è di aver ucciso la escort Vasilica Potincu con nove coltellate nel pied-à-terre di via Stelvio 16. L’interrogatorio davanti al pubblico ministero Ciro Caramore è durato giusto il tempo degli avvisi di rito: il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere chiudendosi in un mutismo assoluto. Ora è in carcere, sottoposto a fermo di indiziato di delitto. «Il mio assistito si dichiara completamente estraneo ai fatti», è il commento laconico dell’avvocato Emanuela Re. Entro sabato 31 maggio Mostoni comparirà davanti al gip Anna Giorgetti per l’udienza di convalida.
IL MOVENTE
Il movente del delitto - commesso nella notte tra sabato 24 e domenica 25 maggio - sarebbe passionale. L’indagato non era un cliente della trentacinquenne rumena. O meglio, forse il primo approccio potrebbe essere stato di tipo mercenario ma Mostoni si sarebbe subito invaghito della bellissima rumena e avrebbe iniziato a pretendere di più. Un rapporto più assiduo o addirittura l’esclusività, condizioni inaccettabili per una professionista del sesso.
Non è chiaro se sabato sera il ventinovenne avesse preso appuntamento o se invece si sia presentato inaspettatamente. Di certo Vasilica gli ha aperto la porta e lo ha fatto con fiducia: non c’è una lesione da difesa sul cadavere, il che fa pensare a un’aggressione fulminea e imprevedibile.
PERQUISIZIONE
I carabinieri ieri mattina hanno spulciato ogni angolo dell’abitazione di Robecco alla ricerca di elementi probatori. Ne hanno trovato uno che sarà difficile confutare: Mostoni non si era ancora sbarazzato della maglietta che indossava sabato notte. Era bianca, rossa e nera e le telecamere collocate in via Stelvio l’hanno immortalata nitidamente, come del resto hanno ripreso la targa dell’auto con cui l’operaio è arrivato a Sant’Erasmo.
Erano le 23.37 quando ha varcato l’ingresso, poco prima di mezzanotte è uscito dal condominio e se ne è andato portandosi via i cellulari di Vasilica. Se gli investigatori li avessero avuti a disposizione il caso si sarebbe risolto dopo qualche ora dal ritrovamento del corpo.
ACCERTAMENTI
L’indagine non è conclusa. Nei prossimi giorni gli inquirenti ispezioneranno lo smartphone di Andrea Mostoni focalizzandosi su eventuali chat intrattenute con la escort.
Non si esclude la premeditazione ma per sostenerla servono prove solide e potrebbero celarsi proprio nel telefono, quella scatola nera che custodisce ogni frammento dell’esistenza del suo possessore. Nel frattempo il Ris comparerà il dna dell’operaio con i campioni prelevati dal cadavere della trentacinquenne e dall’alloggio di via Stelvio in cui lavorava. Determinanti saranno le tracce lasciate sul manico del coltello da cucina con cui la escort è stata ammazzata.
CHI È MOSTONI
È incensurato Andrea Mostoni. Ventinovenne, meccanico specializzato di una grossa azienda dell’Altomilanese, viveva da solo a Robecco sul Naviglio dove però nessuno sembra conoscerlo così bene da tracciarne un profilo.
Non è stato molto collaborativo con i carabinieri, almeno nelle prime ore della mattinata di ieri: a quanto pare non voleva nominare un avvocato, convinto di potersi difendere da solo, come si vede nelle serie americane. Farglielo capire non è stato semplice e alla fine gli è stato assegnato il legale d’ufficio. Non ha risposto all’interrogatorio con il pubblico ministero Ciro Caramore ma con l’avvocato Emanuela Re si è professato innocente. «È una vicenda molto delicata, il mio assistito è scosso come lo sarebbe chiunque a prescindere dalle responsabilità che, al momento, sono ancora tutte da accertare», osserva Re senza aggiungere altro.
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