LA PAURA
Ospedale a pezzi, Gallarate in subbuglio
Radiologia azzerata. «Dobbiamo fare come in Francia: organizziamoci»

«Bisogna fare come in Francia, dove non ne perdonano più una. Devo trovare qualcuno che riesca a organizzare come si deve, non importa il colore politico».
Lo dice fuori dai denti una gallaratese. Organizzare cosa? Una manifestazione per difendere l’ospedale di via Pastori e dire che la gente chiede un cambiamento di rotta.
Le ultime novità a proposito del Sant’Antonio Abate hanno fatto in fretta a circolare: per le radiografie oggi come oggi a Gallarate viene garantito solamente il servizio con carattere di urgenza. La lastra, a esempio, per quei casi che passano dal Pronto soccorso e quando l’immagine ai raggi X sia necessaria per escludere una frattura e anche per quelle situazioni nelle quali sull’impegnativa del medico curante viene indicata la massima delle priorità. Per il resto, invece, niente da fare: bisogna rivolgersi a un centro diverso. E non è una voce: la conferma arriva dai canali ufficiali. Il problema è sempre lo stesso: manca personale per fare diversamente.
CITTÀ IN SUBBUGLIO
Ma tutte le spiegazioni del mondo, per quanto plausibili, non cambiano il sentire della piazza gallaratese. Anche le associazioni che riuniscono le persone colpite da malattie degenerative come il Parkinson e i loro familiari sono in subbuglio. Già una volta sono scese in strada a protestare, ora stanno pensando se tornarci. Ancora nulla di definito, ma ieri, mercoledì 24 maggio, i messaggini sono circolati sui telefonini per sondare il terreno e l’umore è quello di chi non vuole fare passare sotto silenzio il progressivo depauperamento del Sant’Antonio Abate. Intanto è un ex sindaco quale Luigi Patrini, che non ha mai negato la propria contrarietà all’ipotesi dell’ospedale unico previsto dalla Regione a Beata Giuliana, a inchiodare il suo successore Andrea Cassani a quella che considera «una responsabilità alla quale un amministratore non può sottrarsi». E tuona d’un fiato quando lo incontri in città: «Cosa ci vuole a organizzare un incontro pubblico serio? A spiegare la situazione e interpellare la Regione? Un sindaco non può esimersi dallo spiegare ai cittadini e non mi interessa se è dello stesso partito del governatore o se vanno d’accordo. Non è possibile che le persone chiedano a me cosa stIa succedendo. Convocare un incontro pubblico è una precisa responsabilità alla quale un amministratore non può sottrarsi».
PORFIDO DISPONIBILE
Eugenio Porfido, il direttore generale dell’azienda sociosanitaria Valle Olona, che riunisce gli ospedali di Gallarate, Busto e Saronno, dal canto suo, ha detto e ripetuto ormai infinite volte di essere pronto ad andare persino alle feste popolari, se lo si invita, a spiegare la situazione. Che dal suo punto di osservazione è molto semplice e molto più ampia della sola realtà gallaratese: «Bisogna cambiare le regole di ingaggio per trovare personale». Gallarate - ripete sempre il dg - patisce più di altri centri la carenza di professionisti perché l’Asst ha diverse sedi e quando le risorse umane scarseggiano bisogna fare delle scelte. Soltanto che in città la situazione del Sant’Antonio Abate viene associata alla prospettiva dell’ospedale unico con Busto, per il quale bisogna aspettare ancora anni: la gente vede i pezzi che si perdono, ma non intravede quelli futuri».
Questa sera alcune forze di opposizione consiliare presenteranno le proprie prossime mosse per tentare di ottenere risposte. «Se qualcuno organizza ci muoviamo», ripeteva ieri mattina la signora che sta in centro. «Non so di chi sia la competenza, ma qualcuno deve spiegare di aver fatto tutto quello che era possibile. Mi informo: stasera o domani cerco di farvi sapere se riusciamo ad organizzare». Già.
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