SANITÀ
Ospedale: «Due turni in più al mese non sono insostenibili»
Il direttore generale Porfido interviene sul caso Ortopedia

«La protesta degli ortopedici? L’alternativa sarebbe stata la chiusura del pronto soccorso di Saronno. Perciò credo di aver preso la decisione più rispettosa per il territorio».
Eugenio Porfido, direttore generale di Asst Valle Olona, fa il punto sulla situazione dell’Ortopedia di Busto Arsizio e Saronno, dopo il polverone suscitato dalla lettera pubblica dei camici bianchi, seguita di lì a poco dalle dimissioni dello storico primario, Marco Merlo.
Come si ricorderà, gli ortopedici in servizio all’ospedale di Busto Arsizio avevano espresso il loro disappunto rispetto alla necessità di dover sopperire alla carenza di colleghi nel presidio di Saronno. «Si rischia l’interruzione di pubblico servizio di assistenza ortopedica», avevano avvertito i professionisti del nosocomio bustocco.
«Mi rendo conto del loro disagio», premette Porfido. «Ma non si può fare altro che aspettare l’esito dei bandi. Da parte nostra, non siamo certo rimasti con le mani in mano. Dopo di che ci sono passaggi obbligati e tempistiche che vanno rispettate. Che sia una situazione difficile lo sappiamo tutti, ma andiamo avanti con il bando, sperando di trovare i professionisti. Non si può fare diversamente».
Nell’attesa di reclutare nuove risorse che possano irrobustire l’organico di Saronno, bisogna sopperire con i professionisti degli altri presìdi aziendali. «Abbiamo chiesto agli ortopedici di Busto di dare una mano ai colleghi di Saronno in difficoltà», spiega il direttore generale. «Come peraltro era già successo per altre specialità. In sostanza chiediamo di garantire due turni di reperibilità aggiuntivi al mese. Non mi pare una cosa insostenibile. Per carità, capisco che i medici siano sotto stress, me ne rendo conto. Ma ripeto, non è una richiesta fuori dalla logica. La stessa cosa l’hanno fatta gli ortopedici di Gallarate, senza creare polemiche».
Porfido, a sostegno della propria argomentazione, ricorda una propria esperienza professionale passata: «Ho fatto il clinico per anni, come anestesista-rianimatore, e mi è capitato più volte di svolgere dei turni per colleghi di altri ospedali della stessa azienda. Sono evenienze che possono capitare, in attesa di trovare nuovo personale». Quanto alle dimissioni di Merlo, il d.g. taglia corto: «Ha soltanto anticipato di qualche mese la pensione».
Ma davvero non si sarebbe potuto fare altro che chiedere aiuto agli ortopedici di Busto? «Guardi, in teoria avremmo potuto sopprimere il reparto di Ortopedia a Saronno e portare qua i medici. Ma c’è un piccolo problema: in quel caso avremmo dovuto chiudere anche il pronto soccorso di Saronno, perché senza un ortopedico reperibile, il pronto soccorso chiude».
Si è trattato dunque di operare delle scelte. In conclusione: «Come sempre il mio compito è decidere, che etimologicamente significa recidere, dare un taglio. Abbiamo sempre davanti delle opzioni. Sceglierne una significa automaticamente escludere le altre. Impossibile decidere senza rinunciare a qualcosa». Nel caso specifico, si è scelto di chiedere uno sforzo agli ortopedici di Busto Arsizio per salvaguardare l’Ortopedia e il pronto soccorso dell’ospedale di Saronno. Naturalmente nell’attesa di assumere nuovi medici (e anche il primario) attraverso i bandi. «Credo — è la chiosa del direttore generale dell’Asst Valle olona — sia stata la decisione più rispettosa del territorio».
© Riproduzione Riservata