L’INTERVENTO
«Ospedale unico, progetto da rivalutare drasticamente»
Gallarate, mozione del consigliere comunale Gnocchi che chiede la retromarcia

«Rivalutare drasticamente tutta la generale impostazione legata al progetto dell’ospedale unico”. Massimo Gnocchi, il consigliere comunale di Gallarate che con la sua lista civica Obiettivo Comune era stato l’anima della raccolta firme che aveva raggiunto 13mila sottoscrizioni per chiedere alla Regione un ripensamento sul costruendo Grande ospedale della Malpensa, torna a chiedere di fare retromarcia sul nuovo polo unico previsto a Beata Giuliana. Lo fa con una mozione che l’esponente della minoranza ha presentato venerdì della scorsa settimana e potrebbe già essere inserita all’ordine del giorno della prossima riunione del consiglio comunale gallaratese. Questa per Gnocchi è l’ultima chiamata alla politica locale: «Poi ciascuno si assumerà la responsabilità delle proprie posizioni».
NO ALLA MANIFESTAZIONE
Per sabato pomeriggio i comitati ambientalisti contrari al progetto dell’ospedale unico per Busto e Gallarate hanno indetto un corteo che somma la questione sanità alla contestazione della nuova scuola che l’amministrazione di Andrea Cassani sta costruendo in via Curtatone. Un doppio corteo a proposito del quale Gnocchi non nasconde i propri dubbi, come ha già fatto anche il Partito democratico di Gallarate: zNon siamo mai stati contrari al ricorso alle manifestazioni – ha spiegato lunedì 7 aprile l’esponente di Obiettivo Comune – ma secondo noi le condizioni non sono mature. Ho detto agli organizzatori che secondo me bisogna manifestare su un argomento alla volta e le condizioni, sull’ospedale, non sono mature».
LA MOZIONE
OCG ha invece deciso di ricorrere allo strumento della mozione, per chiedere alla politica gallaratese di proporre alla Regione e all’Asst Valle Olona un passo indietro sulla questione ospedale. “Crediamo ci sia ancora il margine per tornare indietro”, ha incalzato Gnocchi nel corso di una conferenza stampa. “Ad Ornavasso il progetto di un ospedale unico è stato accantonato e lo stesso è successo per l’ospedale del Veneto Orientale”. Ma “questa sarà l’ultima volta, l’ultimo passo”.
SEICENTO POSTI
Il tema sollevato da OCG è quello, prima di tutto, del numero di posti, ritornato alla ribalta dopo la pubblicazione delle tabelle in cui la stessa azienda sociosanitaria ha indicato una diminuzione di circa 400 posti letto nel costruendo ospedale rispetto alla somma dei posti accreditati nei due ospedali esistenti oggi a Busto e Gallarate. La dirigenza dell’Asst Valle Olona ha ribadito che si tratta di una risposta “coerente” rispetto al bisogno del territorio. Ma Gnocchi non ci sta. “La politica decidente ha sempre detto che il numero di letti sarebbe rimasto lo stesso”, incalza. “Se oggi vengono utilizzati solo 600 letti nei due ospedali è perché sono stati chiusi reparti. Vogliamo davvero credere che questo progetto sia rispondente alle necessità di una zona come la nostra? Noi pensiamo di no. Ci convincano. La mozione sarà il nostro ultimo passaggio istituzionale, poi ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità”.
TROTTI MAINO
OCG non ci sta nemmeno a proposito del destino del padiglione Trotti Maino, il più recente dell’intero complesso Sant’Antonio Abate, per il quale al momento è prevista la dismissione con conseguente alienazione. “Del Trotti Maino si è parlato l’ultima volta in consiglio comunale il 13 novembre scorso, quando è stata votata la mozione di Forza Italia. Adesso di quel padiglione non c’è traccia in nessuna delle ipotesi di Arexpo”.
© Riproduzione Riservata