VIA ALBANI
Palaghiaccio chiuso, lotta contro il tempo
Posti di lavoro da salvare. «Il sindaco venga subito in Commissione»

Il Palaghiaccio non riapre e i consiglieri di opposizione chiedono la convocazione urgente della commissione Sport per capire come organizzare l’attività sportiva e agonistica per la prossima stagione e sapere che cosa stia accadendo intorno all’impianto di via Albani. Perché nessuno, e per prime le associazioni sportive che lavorano all’interno della struttura, aveva intuito la gravità della situazione.
Il Palalbani, infatti, non ha riaperto dopo l’emergenza Coronavirus e non riaprirà. Non per problemi strutturali, di cui pur soffre, e nemmeno per l’inizio dei lavori di riqualificazione di cui sarà oggetto nei prossimi mesi, bensì per una misteriosa indagine in corso su alcune situazioni che non riguarderebbero la parte strutturale dell’impianto. Una vicenda abbastanza complessa che necessita di essere chiarita prima di poter riprendere con le attività e che, a quanto pare, non si risolverà in tempo utile per l’inizio della stagione sportiva e compatibilmente con la cantierizzazione.
«Per questo chiediamo la convocazione urgente di una commissione Sport in cui sia il sindaco, e non solo l’assessore, a relazionare i consiglieri sullo stato delle cose - spiega il consigliere Stefano Clerici (Varese Ideale) -. La situazione è grave, coinvolge decine di lavoratori delle associazioni sportive, le famiglie varesine e la prima squadra di hockey. Hanno tutti diritto di sapere che cosa stia accadendo. Questo vale per la ripresa delle attività a settembre come per l’inizio dei lavori di riqualificazione del Palaghiaccio che restano un’incognita. Tutta l’amministrazione dev’essere coinvolta e tutti insieme dobbiamo poter analizzare la situazione e cercare, se possibile, di individuare delle soluzioni che non penalizzino nessuno».
L’amministrazione starebbe già valutando soluzioni alternative per garantire una continuità alle attività sportive, sia per la parte ghiaccio che per quella nuoto. La prima potrebbe andare avanti grazie all’allestimento di una pista di pattinaggio provvisoria, in un’area adiacente al palaghiaccio o da individuare in altra zona della città. L’ubicazione sarebbe relativa, il problema vero resterebbero i costi, perché per poter garantire all’hockey e al pattinaggio di allenarsi non basta di certo una pista come quelle che si vedono nelle piazze a Natale. Si tratta di un impianto che, seppur provvisorio ed esterno, deve avere determinate caratteristiche (come precisato ieri dal presidente della Federghiaccio, Andrea Gios, al sindaco Galimberti) che ne fanno lievitare i costi. Per giocare a hockey, per esempio, servono balaustre, plexiglass, reti di sicurezza dietro le porte e ovviamente una copertura. Ci sono aziende specializzate pronte a installarle ma servono risorse ingenti per allestirla e mantenerla. E per affiancarle spogliatoi (per squadre e arbitri) e infermeria. Per il nuoto, invece, la soluzione potrebbe essere quella di smistare le varie associazioni che operano in via Albani negli altri impianti della città, cercando accordi per la suddivisione delle corsie.
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