VIOLENZA
Calci e pugni davanti al bambino
Maltrattamenti, lesioni ed estorsione ai danni della moglie, manette a un 40enne

Anni di angherie, di soprusi, di violenze subite per amore. Martedì è stato il giorno della rinascita per la donna intrappolata in una relazione a dir poco malsana: gli agenti del commissariato di Legnano, che hanno lavorato al caso con i carabinieri di Cerro Maggiore, hanno arrestato il quarantenne pluripregiudicato in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal gip Piera Bossi al termine delle indagini coordinate dal pubblico ministero Flavia Salvatore. Un ennesimo caso di violenza in famiglia, fortunatamente chiuso con la “liberazione” della vittima.
L’uomo - che tra l’altro era stato sottoposto alla sorveglianza speciale - verrà interrogato domani. Le accuse a suo carico sono di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, danneggiamenti ed estorsione. Capi di incolpazione dietro cui si dipana un menage matrimoniale pesantissimo, almeno stando a quanto raccontato dalla donna. Le botte erano frequenti e non le venivano risparmiate nemmeno quando ad assistere c’era il bimbo della coppia. Un giorno il quarantenne picchiò la moglie con tale brutalità da spostarle - deteriorandola - una protesi mammaria.
Frequenti, sempre stando ai racconti della vittima, erano gli schiaffi e gli sberloni sulla testa, e spesso capitava che l’uomo la morsicasse. Inutile cercare i motivi di tanta rabbia, in ogni caso le litigate furibonde nascevano sempre per questioni banali. A quanto pare la parabiaghese in passato aveva già trovato la forza di mollare il marito, rifugiandosi dalla sua famiglia che le ha sempre spalancato le porte. Ma dopo brevi periodi di lontananza la giovane mamma tornava da lui, che nel frattempo giurava di essere cambiato, di essersi ammansito e di amarla sopra ogni cosa.
Un tira e molla infinito, purtroppo tipico dei rapporti complicati. Nelle ultime settimane però il quarantenne era diventato particolarmente minaccioso: «Se non mi dai le chiavi della macchina ti ammazzo», le urlava addosso quando lei cercava di trattenerlo in casa con il loro bimbo. Le spaccava l’auto, devastava arredi e suppellettili, insultava e gridava come fosse indemoniato.
Quando la moglie ha chiesto aiuto alle forze dell’ordine l’intervento è stato immediato, la procedura del codice rosso è stata attivata seguendo ogni precauzione, compresa quella del trasferimento di mamma e figlio in una struttura protetta, sconosciuta pressoché a tutti. Le denunce presentate a carabinieri e polizia andranno comunque approfondite, riscontrate con elementi ulteriori. Sempre che la donna non ritratti tutto per dare al quarantenne l’ennesima chance di farle male.
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