SOCCORSO
Parabiago, pesci da salvare
Presi dal Villoresi, sono stati portati nell’Olona: nel periodo di asciutta sarebbero morti

Dal canale artificiale al fiume per poter continuare il ciclo della vita. È il destino di centinaia di pesci che in questi ultimi giorni sono stati l’oggetto di un’operazione di ripopolamento della fauna ittica dell’Olona.
Tutto nasce dalle normali “asciutte” del canale Villoresi che consentono di trasferire il pesce in eccesso tra i due corsi d’acqua.
Le attività sono iniziate lunedì scorso e terminate giovedì al casello di Villastanza di Parabiago. Gli specialisti incaricati dal Consorzio Et Villoresi per la cattura del pesce e i volontari del parco locale di interesse sovracomunale dei Mulini, autorizzati anche da Regione Lombardia, hanno svolto l’attività di recupero e la selezione del pesce nel canale in secca a causa dei lavori di manutenzione. Il pesce autoctono è stato immesso nel fiume Olona, a valle del castello legnanese.
Proprio con l’asciutta invernale del canale, che nel frattempo subisce i vari interventi di pulizia o di manutenzione, nel Villoresi si formano numerose risacche d’acqua, ovvero delle grosse pozzanghere dove i pesci rimangono intrappolati.
Da anni la fauna ittica recuperata viene trasferita nell’Olona. Nel farlo, però, i pesci vanno selezionati proprio per evitare che nel fiume finiscano specie invasive come il famigerato “pesce siluro”, un bestione che da decenni devasta il bacino fluviale del Po con la sua voracità e che, altrimenti, farebbe danni anche nell’Olona. Sono operazioni che vengono documentate da anni anche sul sito dell’Ecomuseo del paesaggio di Parabiago e che hanno fortemente ripopolato il fiume nella tratta dell’Alto Milanese. I pesci, attualmente, sono tantissimi soprattutto nei pressi di Legnano e nei comuni immediatamente a valle mentre sono un po’ meno andando a sud dopo il depuratore di Canegrate. Alla loro presenza va aggiunta quella degli uccelli acquatici, come ad esempio gli aironi che ormai sono molto popolari nel Plis dei Mulini.
Due “ritrovi” per gli uccelli sono soprattutto le aree umide della zona, lo stagno della Foppa a San Vittore Olona e l’oasi Paredes di Parabiago. Negli ultimi anni sono comparse anche tartarughe acquatiche e pure un animale infestante come la nutria, che può essere molto dannoso soprattutto per la tenuta degli argini del fiume. Per quanto lo stato chimico e biologico delle acque non sia dei migliori, l’Olona è sicuramente tornato a vivere e dopo i decenni, con acque scure e inquinatissime, del secolo scorso.
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