L’INDAGINE
Nella cava tremila tonnellate di rifiuti
I carabinieri forestali individuano una discarica abusiva: tre denunciati

Oltre tremila tonnellate di rifiuti che senza alcuna autorizzazione erano stati ammassati sulle rive del laghetto che si trova al centro della cava. Una montagna di macerie e terra di scavo che alla fine aveva cambiato la conformazione stessa del sito, riducendo un po’ alla volta la capacità delle vasche di invaso.
Dai e dai, alla fine la mattina di ieri, venerdì 1 febbraio, sono arrivati i carabinieri del Nucleo forestale di Garbagnate Milanese, e i tre gestori della “Cava Sempione Spa” di Nerviano, tre imprenditori italiani, sono stati denunciati per gestione illecita di rifiuti, discarica non autorizzata e scarico abusivo di acque reflue.
L’operazione è partita da lontano, quando alla Procura della Repubblica di Milano era stato presentato un esposto sulla situazione della cava.
La Procura aveva delegato l’indagine ai carabinieri forestali, che un poco alla volta hanno ricostruito la situazione.
La Cava Sempione esiste da sempre, una delle tante attività estrattive nate nel secolo scorso su una direttrice dove di materiali edili c’era fortissimo bisogno.
Quando le scavatrici erano arrivate alla falda, era nato il lago. Un po’ come successo a Nerviano, a Cantone o a Gerenzano, dove le vecchie cave sono state recuperate come patrimonio ambientale. Il destino della Sempione è stato diverso, perché la Spa ha continuato a lavorare trattando materiale di scavo.
All’attività autorizzata, gli imprenditori avevano però affiancato la gestione di terre e macerie che a tutti gli effetti dovevano essere considerati rifiuti. Non pericolosi, certo, ma pur sempre rifiuti.
Durante i sopralluoghi, i carabinieri hanno inoltre accertato che queste macerie erano state stoccate all’aperto, e che in caso di pioggia le acque meteoriche finivano poi nel laghetto, inquinandolo. Anche l’acqua delle vasche di decantazione dei fanghi di lavorazione finiva nel lago, e questo costituiva un’ulteriore violazione alla normativa ambientale.
Il trattamento delle macerie e delle terre di scavo non era mai stato autorizzato, di fatto l’area dove erano stati stoccati era quindi diventata una discarica abusiva. Al di là dei risvolti penali e amministrativi, le violazioni riscontrare dovranno essere risolte il prima possibile. Poi le tremila tonnellate di rifiuti (per la precisione 3.083) dovranno essere eliminate, perché cava e laghetto dovranno tornare come prima.
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