L’INDISCREZIONE
Paragone, flirt elettorale coi 5 Stelle
Messaggio sibillino su Facebook del giornalista di Varese, sempre più vicino alle posizioni di Di Maio

Una frase sibillina - «Se son rose fioriranno, se son stelle brilleranno» - e nella terra dei cachi decolla il primo lancio Ansa, ore 17.46 di oggi, mercoledì 3 gennaio: tra il Movimento Cinque Stelle e il giornalista Gianluigi Paragone il flirt potrebbe essere consacrato dal voto elettorale.
Se l’equatore passi o meno da Rimini, come cantava Lu Colombo, non è dato confermato dalla geografia. Ma si sa che canzoni e politica han poco a che vedere con gli assi terrestri e con le frontiere, che per definizione sono convenzionali.
Proprio a Rimini, infatti, lo scorso settembre, Gigi Paragone da Varés fu il mattatore alla tre giorni di congresso che incoronò Luigi Di Maio al vertice del movimento grillino.
E a furia di frequentazioni e di presentazioni della sua ultima denuncia scritta al malaffare di Stato - Gang Bank, edito da Piemme -, Paragone e Di Maio hanno avuto occasione di confrontarsi e ritrovarsi su posizioni politiche coincidenti.
Se da qui al 4 marzo, Paragone dovesse smettere l’abito del giornalista inquisitore dei mali della politica per provare a indossare quelli dell’alternativa al sistema, lo sapremo presto.
Per adesso resta l’idea vaga di quell’equatore riminese che rimette a posto copernicamente il centro del ragionamento: dall’esperienza scout della gioventù al laicismo semipagano della Lega Nord d’Umberto Bossi, passando per i corridoi di viale Mazzini, Roma (assonante col più musicale viale Ceccarini, Riccione), attraversando la redazione di Libero e gli agoni di Malpensa Italia, L’Ultima Parola, Benvenuti nella giungla, In Onda e La Gabbia di Radio 105, Paragone s’è dimostrato coerente nell’essere preparato a ogni stagione e alle sue intemperie.
In questo talento c’è chi vede riflessa l’intelligenza di un uomo che non ha mai smesso di credere nel “meglio” e chi, come l’ex deputato del Pdl, Giorgio Straquadanio, gli rinfacciò e gli rinfaccia l’abilità nel salto sul carro (o carroccio) del vincitore.
Qualsiasi sarà la scelta di Paragone - e fors’anche del gran visir Beppe Grillo - l’accoppiata con Di Maio suscita già motivi d’attrazione politica e mediatica.
E chissà che, se le stelle brilleranno, in omaggio alla tradizione napoletana, cui appartiene, Paragone non trasfiguri in canto la sua poliforme storia politica, facendo il verso all’immenso Antonio Manzini di “Era di Maggio”. Ma con due “g” in meno.
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