IL CASO
"Parco Pastore dimenticato"
L'associazione che gestisce l'area verde ammonisce: "Ci diamo da fare ma tra vandali e burocrazia è sempre peggio"
A chi ci capiti per la prima volta, il parco Pastore fa davvero una buona impressione. Si vede che è curato e ben tenuto. Per scoprire le sue magagne, serve una memoria storica. Nessuno l'ha più di Quelli del '39.
Dal 2010 l'associazione di leva ha ottenuto dall'Agesp una convenzione che ne fa i custodi del parco che sorge tra le via Rossini e la via Pastore.
Nonostante l'apparenza deponga a favore del loro impegno, i problemi li hanno ben presenti: «Una volta, le chiavi aprivano la serratura dei cancelli. Oggi, aprono i catenacci, che abbiamo dovuto applicare a causa dei chiodi picchiati nelle serrature, al solo scopo di renderle inutilizzabili», informa Arnaldo Lualdi, presidente dell'associazione di leva. Appena entrati, si resta sorpresi dai numerosi, giovani alberi, che si capisce sono stati collocati di recente. Arnaldo conferma e aggiunge: «Li abbiamo piantati noi, di nostra iniziativa e a nostre spese. Sono piante di alto fusto, che tra vent'anni saranno alte e robuste, se qualcuno non le abbatterà prima, o non se le porterà via. Ne abbiamo piantate cinquanta, ma se conta, ne sono rimaste 38», sottolinea e si dirige verso una struttura in cemento, coperta di scritte e graffiti, che ospita i servizi igienici. Si tratta di un vandalismo fresco di stagione: «Una settimana fa, qui era tutto pulito. Neanche una scritta. In una notte, nel fine settimana, l'hanno conciata così». La cassetta in legno al centro, così come l'area giochi, al contrario, si presentano in ottimo stato: «E abbiamo sostituito la catena dell'altalena con una di un centimetro di diametro, alla terza volta che la spaccavano». Con la casetta, poi, si tocca un altro nodo, ben presente all'associazione, che da anni tenta di avviare un chiosco: «Da quattro anni. La casetta ospita per metà gli attrezzi per la potatura, che facciamo noi fino ad altezza d'uomo, e un bar al completo, con macchina dei caffè e altro. È tutto a posto, ma manca sempre qualcosa. La scorsa estate mancava una recinzione per lo spazio dei tavolini. Speriamo in primavera». Se la burocrazia non aiuta a complicare la situazione, il piatto forte è servito al capo opposto del parco: «Nell'area riservata ai cani pare che i padroni si sentano sollevati dall'obbligo di usare sacchetto e paletta. Noi non facciamo quello che dovrebbero fare loro e il risultato è che quella zona, a tratti, è inavvicinabile». E non mancano le ripicche: «A me, hanno fatto qualche scherzo alla macchina. Spiace, ma la situazione non è cambiata, da quando si diceva che questo era il Bronx di Busto».
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