SANITA’
Parkinson, ospedale di Gallarate in prima linea
Nuove tecnologie per migliorare la vita dei malati

Ospedale di Gallarate in prima linea per migliorare la qualità della vita dei malati di Parkinson in fase avanzata. Il 3 dicembre scorso, nel reparto di Neurologia del Sant’Antonio Abate, è stato posizionato al primo paziente un dispositivo che permette l’infusione sottocutanea di levodopa, un trattamento impiegato per contrastare la malattia in particolare nelle fasi avanzate, quando cominciano a comparire le cosiddette fluttuazioni motorie, ovvero – spiegano dal centro gallaratese – i blocchi motori ei movimenti involontari eccessivi che colpiscono gli arti o il tronco. La dirigenza dell’Asst Valle ha fatto sapere che dopo il primo caso, qualche settimana fa, altre due operazioni analoghe sono già previste per l’inizio dell’anno nuovo. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Al posto delle somministrazioni orali
«Quando compaiono le fluttuazioni motorie e la terapia orale non basta più a controllare i sintomi, è necessario ricorrere a nuove strategie terapeutiche”, spiega Luca Tricoli, medico referente del Centro Parkinson del reparto di Neurologia di Gallarate guidato dal direttore Isidoro La Spina. «Tra queste, l’infusione sottocutanea di levodopa rappresenta una tecnica sicura, efficace, mini invasiva e facilmente attuabile». La strategia avviata in via Pastori avviene attraverso la somministrazione del farmaco sottocute con un micro-ago tenuto in sito da un cerotto. Non serve, dunque, la cosiddetta Peg.
«La plurisomministrazione giornaliera dei farmaci orali, associata al rallentato e irregolare svuotamento gastrico, è alla base delle fluttuazioni dei livelli di levodopa nel sangue, che sono responsabili dei movimenti involontari o dei blocchi», rimarca Tricoli. «La formulazione unica a rilascio continuo ad uso sottocutaneo è una terapia all’avanguardia che permette un notevole cambiamento nella qualità di vita sia del paziente che dei familiari. Grazie a questa tecnica, molti pazienti passano dall’assumere 10-12 compresse al giorno, a 0 compresse».
Cura ai cronici
L’introduzione della terapia al Sant’Antonio Abate di Gallarate va nella direzione di dare assistenza costante alle tante famiglie del territorio che sono state tra i primi, ormai alcuni anni fa, a scendere in piazza per sottolineare la necessità di valorizzare i servizi per i malati cronici all’interno del sedime ospedaliero, anche nella fase attuale di transizione per la sanità del Basso Varesotto verso il progetto del nuovo ospedale da realizzare a Beata Giuliana.
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