LA FASE 2
Non c’è posto fino a metà giugno
Assalto ai parrucchieri: corsa alle prenotazioni anche se ci sono turni dalle 8 alle 22

Fino alla metà di giugno, impossibile trovare un posto nell’agenda dei parrucchieri che sono letteralmente presi d’assalto. C’è la corsa per poter sistemare l’acconciatura a partire dalla tinta e poi taglio, colpi di sole, shatush, baylage. Lavori che richiedono ore e ore, almeno un paio per quelli più semplici.
Molti hair stylist hanno modificato gli orari di apertura ai clienti, altri hanno cercato di mantenere quello normale soprattutto chi ha negozi piccoli.
L’unica certezza è che bisogna attendere prima di poter trovare un buco. In alcuni casi anche fino alla fine di luglio. Raffaele e Alberto Dorsi con i loro cinque negozi fra Varese e Gallarate, oltre a quello di Formentera, sono all’opera a turni dal lunedì al sabato dalle 8 alle 22 mentre prima si lavorava dalle 9 alle 18.
«Abbiamo liste d’attesa fino a metà giugno», confermano i fratelli. «Abbiamo diviso il turno in due squadre di lavoro che vanno dalle 8 alle 15 e dalle 15 alle 22, sono contente sia le clienti che le nostre collaboratrici».
Fremevano come tutti per riaprire: «Ogni giorno riusciamo ad accorciare i tempi, a volte ci sono disdette, per cui riusciamo comunque a rispondere alle esigenze di tutti. Il nuovo tipo di lavoro è impegnativo fra phon, mascherine e guanti. Per quanto riguarda la sicurezza e l’igiene, non sono comunque mai mancati». I Dorsi sottolineano: «Avevamo aperto su Facebook e i social le prenotazioni tre settimane prima della ripartenza: ne abbiamo avute circa mille».
Boom anche per lo storico negozio My Way di Rocco Longobardi di Gallarate dove: «Per i prossimi quindici giorni sono full», risponde al telefono. «La mia fortuna è avere un negozio di 500 metri quadrati dove possiamo lavorare: temevo di dover rinunciare a qualche collaborazione ma per il momento riusciamo a resistere, temo che il problema sarà a medio lungo termine. Al momento lavoriamo a turni, restiamo aperti fino alle 19. C’è da dire che dovendo rispettare tempi e attenzione massima, le clienti sono molto soddisfatte».
Infine Rocco sottolinea: «Dovremmo protestare per il rincaro dei materiali: i kimono usa e getta li abbiamo sempre acquistati a 44 centesimi ora sono passati a oltre un euro. Scandaloso».
Andando fra le piccole realtà di paese, a Besnate Anna Carlino dal suo negozio Dama spiega: «Ho dovuto mantenere gli stessi orari di prima, perché lavoro da sola senza dipendenti. Le mie clienti hanno capito e la mia lista d’attesa è piena fino a luglio. Si accorcia con alcune disdette. Si devono tenere ritmi alti proprio per garantire il servizio».
Così come Emanuele Mucchio dal suo negozio Artema: «Inizio alle 8 e finisco alle 20.30 facendo orario continuato. Per il momento la lista d’attesa è di una settimana, dieci giorni. Purtroppo il negozio è piccolo e posso lavorare da solo, senza la mia aiutante. E a malincuore ho anche dovuto ritoccare i prezzi per ammortizzare almeno i costi di camici e mascherine».
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