L’INDAGINE
Partite Iva fantasma. Plauso da Roma alla GdF di Varese
Il vice responsabile del Dipartimento Imprese Lino Ricchiuti (FdI): «Ecco gli effetti delle norme del Governo Meloni»

Nei giorni scorsi, l’indagine della Guardia di finanza di Varese su una frode fiscale nell’ambito dell’e-commerce tra operatori cinesi. Oggi, mercoledì 30 aprile, i commenti da Roma. «Ecco gli effetti delle norme del Governo Meloni fortemente volute da Fratelli d’Italia contro le partite Iva fantasma meglio note come “apri e chiudi” e concorrenza sleale. Un ringraziamento per l’ottimo lavoro svolto dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Varese»: queste le parole del vice responsabile nazionale del Dipartimento Imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti.
«Le indagini dei militari hanno scoperto un sistema dove una sola partita Iva era utilizzata da ben 1.385 soggetti cinesi operanti nel settore dell’eCommerce - prosegue la nota di Ricchiuti -. Tale partita Iva “fantasma” era intestata a un uomo anch’esso di nazionalità cinese, con precedenti per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Dalle indagini è emerso che la dichiarazione dei redditi associata all’attività oltre ad avere valori molto bassi non erano stati effettuati pagamenti di tributi. La partita Iva grazie alle nuove norme è stata chiusa d’ufficio mentre proseguono le indagini per eventuali danni e debiti verso l’erario».
«In dieci anni la sinistra ha vessato le piccole attività che con la loro presenza garantivano un presidio di sicurezza con la scusa dell’evasione fiscale riducendole di un quinto trasformando interi quartieri da sicuri a un buio mortorio perché era molto più semplice vessare chi era conosciuto in paese perché da anni sempre nello stesso posto, che andare a colpire le vere evasioni: aprono, incassano, spariscono» conclude Ricchiuti.
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