IL CASO
Patteggia lo stalker della Comi
La condanna: 18 mesi. L’europarlamentare: «Pena irrisoria, va cambiata la legge»

«Mi sembra una pena irrisoria, d’ora in avanti la mia battaglia sarà quella di togliere agli stalker la possibilità di patteggiare, che già non è prevista per la violenza sessuale». Lara Comi è incredula: arrivata giovedì scorso in tribunale a Busto Arsizio, aveva visto rinviare a giudizio il suo stalker, Giovanni Bernardini, 47 anni, di Jesolo, ed era tornata a casa in attesa del processo. Poi, il giorno dopo, ha saputo dal suo avvocato che quello a cui aveva partecipato non era che il secondo pronunciamento sulla sua vicenda, praticamente inutile. Quello che contava davvero era il primo, conclusosi con un patteggiamento a 18 mesi, la non menzione e senza che ci sia nemmeno un risarcimento economico per il danno arrecato alla vittima. «Ribadisco, mi sembra una pena irrisoria» commenta con un amaro sorriso sulle labbra l’europarlamentare saronnese, 34 anni, per otto mesi seguita quasi passo a passo dal suo persecutore. «Io sono allibita: ma dai, non esiste che una donna sia perseguitata, si senta minacciata, tutto ciò venga provato e vada a finire in questo modo. Serve la certezza della pena, anzi, serve la certezza di una pena: che pena sono 18 mesi con la sospensiva, la non menzione e nessun risarcimento? Sono una pacca sulla spalla, sono un dire “Se vuoi rifallo pure, che tanto non succede niente”».
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