LA PRESA DI POSIZIONE
Frontalieri, Patto del Nord contro Tassa sulla salute e Giorgetti
«Tassa ingiusta e con evidenti elementi di incostituzionalità»

Patto del Nord contro la tassa sulla salute dei frontalieri. Ed ecco la sferzata nei confronti del Governo e del ministro leghista Giancarlo Giorgetti in vista del tavolo interministeriale sui frontalieri, convocato per lunedì 24 febbraio a Roma dallo stesso Giorgetti. L’associazione politico-culturale nata dalle ceneri della Lega Nord presieduta da Paolo Grimoldi, ex parlamentare del Carroccio, e che in provincia di Sondrio ha Jonny Crosio, da sempre impegnato sul tema frontalieri, come punto di riferimento, attacca: «Ma quale tassa sulla salute, prima di mettere nuovamente le mani nelle tasche dei lavoratori frontalieri attraverso un balzello ingiusto e dal dubbio fondamento costituzionale, il ministro Giorgetti si impegni piuttosto a far riemergere dal bilancio dell’Inps i 300 milioni di euro, generati nel corso degli anni dal lavoro dei frontalieri e di cui si sono ormai perse le tracce da tempo». Secondo Patto del Nord la cosiddetta “tassa sulla salute” introdotta nella Legge di Bilancio 2024 che impone un contributo tra il 3% e il 6% ai cosiddetti “vecchi” frontalieri, ovvero coloro che lavorano in Svizzera da prima del 17 luglio 2023 e sono imponibili solo oltre confine, oltre che ingiusta presenta evidenti elementi di incostituzionalità. «Una questione peraltro sollevata anche da politici ed esponenti del mondo economico e sociale del Cantone Ticino in risposta alla maldestra richiesta della Regione Lombardia di avere i nominativi dei frontalieri sui quali imporre il balzello. Una situazione assurda cui si è arrivati a causa di molteplici responsabilità» scrive l’associazione in un comunicato puntando l’indice contro Pd e sindacati per la modifica dell’accordo del 1974.
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