L’ALLARME
Piante infestanti sul lago
Proliferano fiori di loto, ludwigia e castagne d’acqua. I pescatori: «Costringono il canneto a ritirarsi»

Estirparle è impossibile, sono troppo estese. Ormai le piante infestanti come il fiore di loto (Nelumbo Nucifera), la castagna d’acqua (Trapa Natans) o la ludwigia hanno invaso tutte le sponde del lago di Varese.
Il loto si estende in praterie di 600 -700 metri, dal Canale Brabbia all’Isolino, la ludwigia ha colonizzato la zona del volo a vela, la castagna d’acqua si allarga di fronte al canale Brabbia. Specie, secondo chi conosce il lago, arrivate perché qualche floricoltura specializzata in piante acquatiche se ne è disfatta direttamente nelle sue acque.
Per lo sfalcio, nulla da fare: sono sempre di più. In acque ricche di fosforo e azoto come le nostre si riproducono molto bene. L’unica che non si vede è l’elodea, anch’essa estremamente infestante e in crescita (di solito) rapida, ma solo perché in questi giorni il lago si è alzato così tanto per le piogge (anche 30 centimetri in poche ore). Invece le altre specie sono perfettamente visibili. Anzi, nel caso del fiore di loto c’è più d’uno che contempla ammirato la distesa di boccioli in una gamma cromatica che va dal bianco panna al rosa carne: bellissimi.
«Già, ma la fioritura è davvero invasiva - commentano i pescatori - Di solito è prevista per i primi di luglio, quest’anno è in ritardo per il maltempo che ha imperversato in quest’estate strana».
Per non parlare delle castagne d’acqua: esse - Trapa Natans il loro nome scientifico - sono una vecchia conoscenza di chi frequenta il lago, tanto che una volta a Cazzago Brabbia si utilizzavano per farne corone del rosario. Perché la presenza di queste specie infestanti non è degli ultimi anni: purtroppo anche queste ultime qui da noi si sono trovate molto bene e hanno “colonizzato” lo specchio d’acqua che convegni e incontri (l’ultimo solo poche settimane fa a Gavirate) mettono al centro dell’interesse con l’obiettivo di risanarlo.
«Se eliminare queste specie, essendo ormai endemiche, non sembra fattibile, di pari passo al loro proliferare va la riduzione dei canneti, tipici invece del nostro lago, che oltre a tutto servono per consentire ai pesci di riprodursi - spiegano ancora i pescatori - Prendiamo le castagne d’acqua: in alcune zone del lago assomigliano a un mare di foglie sulle acque».
Le piante infestanti, per chi solca il lago ogni giorno per pescare (sono rimasti in tre i pescatori professionisti abilitati a farlo), sono un intralcio in più e un disagio non da poco anche solo per mettere in acqua la lancia.
Ma non impediscono, ai pescatori, veri guardiani del lago, di notare sversamenti, come è accaduto alcuni giorni fa tra Biandronno e Voltorre. C’era, raccontano, uno scarico sicuramente di fogna perché maleodorante, con tanto di schiuma biancastra. Si trovava appunto a Biandronno, sotto la chiesa, alla Roggia Gatto che collega il laghetto omonimo al lago.
La schiuma che sporcava le acque non era da turbolenza bensì da inquinamento, come l’odore nauseabondo confermava.
© Riproduzione Riservata