GIUSTIZIA
Piazza Pulita, Nordio: «I giudici non hanno sbagliato»
La risposta del ministro ai parlamentari della Lega: «Vita personale irrimediabilmente pregiudicata»

«La circostanza che gli imputati siano stati dapprima condannati in primo grado e poi assolti in appello da tutti i reati loro contestati rientra nel fisiologico sviluppo del processo di tipo accusatorio, in cui la “prova” si forma in dibattimento attraverso lo sviluppo della dialettica tra le varie parti processuali». Lo scrive il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo per iscritto all’interrogazione che era stata presentata dai deputati leghisti Fabrizio Cecchetti, Igor Iezzi, Luca Toccalini e Laura Ravetto subito dopo la sentenza d’Appello che aveva ribaltato il giudizio di primo grado e quindi assolto l’ex sindaco Gianbattista Fratus, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini. Per il guardasigilli non sono insomma ravvisabili «comportamenti idonei a integrare illeciti disciplinari» nei confronti dei magistrati che si sono occupati dell’inchiesta Piazza Pulita.
LE INDAGINI
«La vicenda giudiziaria - precisa Nordio - si è innestata nell'ambito di una crisi in atto nell'amministrazione comunale, generata dalle dimissioni presentate da vari consiglieri (sia di maggioranza che di opposizione) in numero sufficiente a determinare la mancanza del numero legale dei componenti l'assemblea. (...) Le indagini sono state avviate in seguito all'acquisizione di un esposto del medesimo sindaco di Legnano e da una denuncia cui si è aggiunto un dossier anonimo, e sono consistite anche in attività captativa». La vicenda giudiziaria richiamata dall'interrogazione, inoltre, «rappresenta l'ennesimo caso in cui il giudizio cautelare ha trovato smentita in sede processuale, dopo che nelle more del giudizio la vita personale, familiare e professionale di chi è finito nell'enfasi mediatica è stata irrimediabilmente pregiudicata». «Una situazione obiettivamente intollerabile - rimarca il ministro - che non tollera strumentalizzazioni in funzione di contingenze politiche e che dovrebbe vedere impegnate tutte le forze parlamentari nella ricerca di soluzioni improntate ad un maggior garantismo. È per questo che il Governo, particolarmente sensibile alla questione, sin dal primo momento della illustrazione del piano per la riforma della Giustizia ha posto in rilievo la necessità di interventi normativi di stampo garantista, finalizzati a rendere effettivo il principio della presunzione di non colpevolezza e ad evitare le negative ripercussioni, processuali e personali, del cosiddetto processo penale mediatico, divenuto ormai un vero e proprio “circuito giudiziario” parallelo a quello della giustizia penale ordinaria, che negli ultimi anni ha visto coinvolti tanti cittadini, più o meno famosi, più o meno esposti».
LA PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA
Pur non si ravvisandosi nel caso specifico margini per iniziative o censure di carattere disciplinare a carico dei magistrati che si sono occupati della vicenda, Nordio conclude sottolineando che «l'interrogazione offre l'occasione per ribadire che per questo Governo l'effettività della garanzia della presunzione di non colpevolezza rappresenta una battaglia di civiltà giuridica, una rivoluzione culturale di stampo garantista, dalla quale non vogliamo e non possiamo recedere».
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