IL CASO
Piove. E si dorme in stazione
Materassi dei clochard in sala d’attesa alle Nord, fra sporcizia e risse continue. E scoppiano le proteste

Un materassino, una coperta, una valigia, due stracci e quattro cianfrusaglie, più una bottiglia d’acqua e un’altra dell’immancabile vino.
Lo scenario classico del giaciglio di un senzatetto spunta dentro la sala d’attesa della stazione Nord.
Fino a settimana scorsa il dormitorio artigianale si trovava all’esterno, ma con pioggia e vento i disperati hanno spostato il materiale in un luogo asciutto.
Oltretutto vicino al loro “posto di lavoro”, visto che di giorno alcuni si accovacciano a un passo dalla macchinetta che distribuisce i biglietti del treno, sperando che qualcuno lasci loro le monetine.
Ma l’immagine triste del degrado che sta avvolgendo, giorno dopo giorno, l’area di via Vincenzo Monti si arricchisce di altri elementi: cioè tanta sporcizia, ovvero resti di alimenti e le cartacce delle confezioni buttate alla rinfusa accanto all’ingresso.
«Se aggiungiamo a questo spettacolo visivo e olfattivo anche i pericoli che corrono i cittadini diretti ai binari, si capisce bene in che condizioni siamo ridotti», dice uno dei tanti bustesi che ieri, lunedì 29 ottobre, hanno dovuto attraversare l’atrio della stazione per salire in carrozza.
«È uno schifo totale», sintetizza. «Perché oltre ad essere costretto a sorbirti questa situazione, può capitare di finire in mezzo a qualche rissa che si scatena tra gente ubriaca».
Insomma, le problematiche che per tanto tempo sono state di “competenza” di piazza Volontari della Libertà, dove c’è lo scalo delle Fs, ormai si sono spostate in maniera consistente di quel paio di chilometri che seguono il tracciato dei binari.
D’altronde, se in un caso l’apertura del dormitorio “vero”, la demolizione di alcune baracche, i controlli costanti delle forze dell’ordine e il restyling della struttura da parte di Rfi hanno un po’ (ma non in assoluto) scacciato le devianze, abbastanza velocemente le Nord sono divenute terreno di conquista.
Così, dopo la datata desolazione circostante e i casolari invasi dagli abusivi, sono stati clochard e spacciatori a iniziare a circondare l’edificio, costruendo cellette di fortuna per ripararsi la sera.
Ora che le temperature miti sono diventate un ricordo, il disagio ha varcato le porte della stazione. Stabilendosi in maniera invasiva, finché qualcuno non interverrà.
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