LE OPERE
Pittura e comicità con la mostra di Stefano Chiodaroli
“Le battaglie d’Occidente” esposta a Busto Arsizio fino al 23 novembre. Alla presentazione anche Leonardo Manera
Di Stefano Chiodaroli e Leonardo Manera tutti conoscono la verve comica. Meno nota è la loro grande passione per la pittura e l’arte in genere. Una piacevole scoperta per il folto pubblico che martedì sera – 11 novembre – ha partecipato all’inaugurazione della mostra “Le battaglie d’Occidente”, esposizione di opere di Stefano Chiodaroli – visitabile fino al 23 novembre – allo Spazio Arte “Carlo Farioli” di via Silvio Pellico, a Busto Arsizio. Insieme ai due comici-artisti c’era l’assessore al bilancio Alessandro Albani, grande amico di Chiodaroli, con cui ha realizzato diverse iniziative a sfondo solidale.
È stata una chiacchierata piacevole, colta e leggera nello stesso tempo. Se Chiodaroli è un prolifico pittore, in particolare di battaglie («Il concetto di forza che trasmettono mi diverte molto e mi esalta», ha detto l’attore e cabarettista di Albizzate), Leonardo Manera è un profondo conoscitore e collezionista di arte contemporanea: «In passato ho realizzato delle opere, ma ero molto autocritico e buttavo via la mattina ciò che creavo di notte», ha spiegato il comico in onda tutte le mattine su Radio 24 con “Uno, nessuno, 100Milan”. Entrambi concordano sulla «sensazione di assoluta libertà che regala l’arte mentre crei l’opera. Nel cabaret sei più legato alla reazione del pubblico».
Tanti gli aneddoti snocciolati nel corso della serata. «Sono diventato collezionista d’arte dopo aver visto una televendita di quadri, una di quelle che si trovano dopo il canale 123 – ha sorriso Manera –. Da lì ho cominciato a frequentare fiere d’arte e a comprare. Per un certo periodo ho speso in quadri tutto quello che guadagnavo. Quello a cui sono più affezionato? Un violino di Fernandez Arman, maestro del Nouveau Réalisme». Manera e Chiodaroli raccontano l’arte, propria e altrui, senza mai annoiare. Arte che, per loro, è libertà, passione, terapia. «”Il soldato stanco” – spiega Chiodaroli – è il mio quadro da cui farei più fatica a distaccarmi. Un’opera che mi ricorda un periodo non semplice della mia vita. Oggi per me è anche un monito». La malinconia che diventa energia creativa. E quindi vita.
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