TRAFFIC
Attraversare Varese in auto? Un calvario di 70 minuti
Il record di Fabio Minazzi: «Martedì un blocco pantagruelico. E dire che Milano si attraversa in un’ora»

Martedì scorso (3 dicembre n.d.r.) ho conseguito il mio record storico. Quale? Quello dell’attraversamento della nostra bella città giardino. Da viale Borri (all’altezza della Chiesa dei frati) fino a Masnago ho infatti impiegato esattamente un’ora e 10 minuti. Appunto questo è il mio record storico, di cui non posso non andar fiero. Difficilmente qualcuno riuscirà infatti a battermi, soprattutto se si pensa che con un’ora di auto si attraversa una grande metropoli come Milano.
Ma martedì l’intero viale Borri era bloccato, non solo per i tradizionali ed infiniti lavori che da più di due anni infelicitano, quotidianamente, la vita di chi ha commesso la grave colpa di abitare proprio a sud della nostra bella cittadina, ma anche perché si è verificato un blocco veramente pantagruelico. Infatti era letteralmente in tilt anche la rotonda di viale Flaiano (quella, per intenderci, nella quale, qualche settimana fa, sono stati tagliati, senza pietà – e, da quanto mi consta, nessun intervento contrario del più che meritorio “verde pubblico municipale” -, alcuni bei tigli, che non avevano altra colpa se non quella di non dare fastidio a nessuno). Passandovi a passo d’uomo mi ha ricordato alcune rotonde di Ankara, in Turchia, nelle quali tutti sono normalmente bloccati e tutti, inutilmente, suonano.
Per fortuna la pazienza biblica dei nostri concittadini ci ha risparmiato la follia del concerto dei clacson. Ma poi anche via Magenta e piazza della Repubblica erano letteralmente paralizzati. Arrivando poi, alla rotonda di piazza Monte Grappa, i soliti furbetti sfilavano la coda sulla destra per poi subito reinserirsi, più o meno prepotentemente, in via Marcobi, nella corsia di sinistra, il che incrementava, giustamente, il collasso circolatorio. Poi, all’altezza di via Veratti il delirio toccava il suo acme, perché tutto era bloccato e i poveri automobilisti dovevano disporsi in via Sacco su due corsie per infine cerare di ridursi ad una sola colonna all’altezza di via Verdi. Solo a questo punto si materializzavano, finalmente, due poveri vigili che, con la loro brava paletta d’ordinanza, intervenivano, leibnizianamente, per creare di delineare il “miglior mondo possibile”, ovvero il miglior percorso automobilisticvo, incrementando però – loro malgrado – il caos più impressionante. Del resto si sa: la via per l’inferno è sempre lastricata di buone intenzioni. Dopo aver percorso tutta questa dolorosa via crucis cerco una via di fuga, puntando disperatamente verso la questura, ma male mi incoglie perché via Campigli era anch’essa una coda unica fino al semaforo di Masnago. In tal modo ho conseguito il mio record storico.
Il giorno dopo lo spettacolo si è naturalmente riprodotto, ma in questo caso, dovendo accompagnare mio figlio a scuola in via XXV aprile, ho gettato la spugna all’incrocio tra via Sacco e via Verdi. Mio figlio è così schizzato dalla macchina, mettendosi, meritevolmente, a correre (purtroppo inutilmente causa il notevole ritardo già accumulato) per non arrivare tardi a scuola, mentre lo scrivente, dopo aver compiuto questo “abbandono del minore” (sic!) affrontava il percorso inverso per andare in università e ingolfarsi quindi nella lunga e geniale coda di via Sant’Imerio. Spero solo che, avvicinandosi l’anno santo, questa mia dolorosa via crucis possa perlomeno aiutarmi a diminuire un poco le pene cui sono senz’altro condannato dai nostri, peraltro ottimi, amministratori…
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