SERIE A1 E A2
Più visibilità e soldi: il volley entra in una nuova era

La pallavolo femminile sta per entrare in una nuova, coraggiosa e forse ricca, era. La Lega ha dato vita insieme al fondo di investimenti Njf a una newco che gestirà i diritti marketing ed eventi e quelli televisivi via via che scadranno i contratti. I primi con Master Group (a giugno 2025) e i secondi con Volleyball World (dalla stagione 26/27). Il fondo Njf è guidato da Nicole Junkermann, ex di Infront, il colosso dei diritti sportivi mondiali: la Lega ha scelto la sua proposta rispetto a quella di Volleyball World con cui è stata in piedi una lunghissima e infruttuosa trattativa. Nelle casse dei club entra un minimo garantito (attorno ai 3 milioni) e sopra questa soglia gli utili saranno divisi tra Lega (60%) e fondo Njf (40). Artefice dell’accordo il presidente Mauro Fabris insieme al direttore generale, l’ex Uyba, Enzo Barbaro.
Presidente Fabris, con la prima in classifica che ha 13 punti sulla seconda e con l’ottava, ultima qualificata per i playoff, che ne ha 9 sulla nona, alla signora Junkermann avete venduto il campionato più bello o piuttosto il più noioso del mondo?
«I dati dicono che il nostro torneo è attraente ed enorme è l’interesse per le sue campionesse. Anche in tv gli share ci premiano. La sua considerazione però ci sta e si possono fare valutazioni. La newco sarà sfidante anche in questo senso».
La svolta epocale della Lega va incontro a un cambiamento dei gusti del pubblico che segue più le giocatrici che le squadre?
«Ci sono e restano i tifosi delle squadre, ma sono cresciuti gli appassionati di sport che vanno a vedere le giocatrici, le star. Comunque le presenze nei palazzetti sono confortanti e in crescita: Milano fa esauriti, Conegliano pure e Roma fatica, ma cresce anch’essa».
Non state rischiando di avere i social pieni e i palazzetti vuoti? Ci sono realtà ben sotto le mille presenze...
«Dai social non possiamo sfuggire e non ci devono spaventare. C’è il rischio di spopolare i palasport? Il punto sono gli impianti che devono agevolare gli accessi per vivere la partita ma anche un contorno di intrattenimento. E qui siamo in difficoltà: il tema impianti è decisivo».
Sembrate però molto orientati al pubblico degli smartphone più che a portare la gente sui seggiolini: e un palazzetto vuoto e freddo non è un bel vedere in tv e per gli sponsor...
«L’appeal non è in discussione tant’è che è arrivato un soggetto che ci ha dato il doppio dei soldi di prima. Poniamoci e risolviamo il problema impianti. Inoltre la newco dovrà anche gestire la possibilità di distribuire su tutti i giorni il turno di campionato e non solo nel fine settimana».
Ci spiega il nuovo modello che andrà a regime dal 26/27 per i diritti media?
«Abbiamo rovesciato la piramide allargando la base: metteremo a disposizione i diritti gratuitamente su tutte le piattaforme utilizzando su Instagram i profili da milioni di follower delle giocatrici e YouTube per trasmettere le partite. Il numero di potenziali spettatori è sterminato e, dato lo strumento, sarà possibile anche vendere pubblicità dedicata per ogni area geografica raggiunta. È qualcosa di epocale».
Basta con la tv generalista o le pay tv?
«No, però basta pietire spazi. Solo il calcio fa cassa coi diritti tv, noi puntiamo a un modello diverso per fare ricavi. Si faceva notare che la trasmissione a pagamento non era il massimo per la diffusione del nostro sport, ora le cose cambiano: le tv ci cercano e ci cercheranno perché portiamo risultati importanti».
Gli introiti della newco oltre i 3 milioni di fisso come verranno distribuiti tra i club? Cifra uguale per tutti?
«No: l’A1 non vale quanto l’A2 e penso a un modello che consideri categoria, risultati, spettatori e bacino. Penso anche a un “paracadute” economico per chi retrocede e un gettone a chi sale. Ma l’A2 avrà di più dal betting che premia il numero degli eventi e lì le partite sono ben più numerose».
L’accordo con Njf che lei ha caldeggiato è stato votato da 31 società su 34: la sua “consueta” maggioranza bulgara. Ma il «no» di Milano fa rumore: Aldo Fumagalli s’è speso parecchio negli ultimi mesi per arrivare alla quadra con Volleyball World e Milano per squadra, investimenti e per la metropoli che è, non è l’ultima squadra di A2... La frizione è evidente.
«Ma non devo rispondere io sul perché la votazione è andata così. Se Fumagalli ha lavorato due anni su un altro accordo e in 33 su 34 hanno votato diversamente, la domanda va posta a lui».
Abbiamo perso il conto dei suoi mandati: punta ad essere riconfermato?
«Per statuto non posso ricandidarmi, sono al terzo mandato dopo la modifica».
Ma gli statuti si possono modificare...
«E lo stiamo facendo ma in un’altra direzione. Con l’introduzione di un amministratore delegato che, tra l’altro, abbiamo già in casa. Enzo Barbaro ha dimostrato di essere un fior di dirigente e lo può fare da subito. Magari già entro l’anno».
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