VISIONE
Pnrr, ritardo di oltre un anno ma buona prova del Nord
Più della metà dei progetti (52%) completata, meno al Centro e nel Sud Italia. Superata la boa di metà percorso, gli obiettivi da raggiungere passano dagli elementi preparatori a quelli fattuali

Un Piano che ha l’ambizione di cambiare l’Italia e renderla più moderna con il sostegno della Ue. Secondo gli analisi di Teha (The European House-Ambrosetti) il 2024 è un anno di grande attenzione per il Pnrr: è stata superata la boa di metà percorso, e gli obiettivi da raggiungere passano dagli elementi preparatori (riforme, gare) a elementi fattuali (realizzazione delle opere). Lo si osserva anche nei cambi di proporzioni fra milestone (qualitative) e target (quantitativi): nel 2024 dovranno essere raggiunti 113 obiettivi, di cui 19 legati a riforme e 94 legati a investimenti.
La Commissione europea ha approvato all’Italia (primo Paese a ottenerlo, seguito solo dalla Croazia, al 30 agosto 2024) il pagamento della quinta rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un importo di 11 miliardi di euro. Dall’inizio del Pnrr sono stati raggiunti tutti i 269 traguardi previsti: ne restano ancora 349 da raggiungere entro il 2026 per arrivare ai 618 obiettivi complessivi. Un quadro incoraggiante, che solleva tuttavia un punto di attenzione per quanto concerne l’effettiva implementazione della spesa Pnrr, che ammonta a 51,4 miliardi di euro, ossia solo pari al 26% dell’importo totale. A livello complessivo (rispetto ai 216mila progetti) circa un terzo dei progetti è in ritardo, con un rallentamento medio di circa 13 mesi. Il 14% dei progetti non è ancora stato avviato o è nelle prime fasi di avvio. Questa percentuale si abbassa al 2% per i progetti sviluppati dai Comuni, mentre è ancora al 19% relativamente ai progetti destinati al Sud. Emergono tuttavia anche dati positivi: il 42% dei progetti ha raggiunto o è vicino al completamento, anche se con marcate eterogeneità territoriali. Mentre al Nord più della metà dei progetti (52%) è stato completato, al Centro la percentuale è del 43% e al Sud solo del 36%.
Nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Pnrr, Teha ha svolto un’indagine campionaria presso i Comuni italiani, per raccogliere esperienze e punti di vista di una classe di soggetti in capo alla quale ricade una considerevole parte dell’implementazione del Piano. Una nota positiva concerne gli aspetti legati al personale e alle competenze interne (meno del 25% ha espresso una valutazione molto negativa), che non costituiscono, in media, un fattore significativamente ostativo. I veri punti critici riguardano la complessità dell’iter amministrativo (il 48% dei rispondenti lo evidenzia come primaria difficoltà), che si intreccia fortemente con la rendicontazione dei risultati (che emerge come problematica nel 39% dei casi).
A fine ottobre, si è conclusa “positivamente” la sesta visita della Commissione europea dedicata all’approfondimento dei temi riguardanti l’attuazione del Pnrr, con un focus riservato alle misure strategiche collegate alle ultime quattro rate del Piano. Lo conferma Palazzo Chigi. Al termine di oltre quaranta tavoli di lavoro, suddivisi tra incontri istituzionali di alto livello e sessioni tecniche di aggiornamento pianificate per singoli argomenti, coordinate dalla Struttura di missione Pnrr della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la partecipazione attiva dei ministeri e delle istituzioni preposte, «la delegazione della Commissione europea - viene specificato - ha verificato il costante impegno dimostrato dal Governo italiano nell’attuazione delle numerose misure previste dal Piano». Durante le riunioni, massima attenzione è stata dedicata ai target e alle milestone (i traguardi) collegati alla settima rata del Pnrr, anche in vista della presentazione della relativa richiesta di pagamento, mentre si sta concludendo l’attività di verifica finale degli obiettivi inseriti nella sesta rata, al fine di consentirne la conseguente erogazione.
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