IL PERSONAGGIO
Pozzetto a Gemonio, «con Edwige nudi nella vasca»
L’attore e regista in paese per celebrare i 50 anni della biblioteca

«Questa la cantavo da bambino alla colonia elioterapica. Ascoltate!». Anche un inedito, almeno dal punto di vista discografico, tra i regali di Renato Pozzetto alla biblioteca comunale che festeggia 50 anni di attività.
Certo il regalo più grande è stato quello di esserci interrompendo un lungo periodo di assenza di presenze in pubblico. Più che per promuovere il suo libro autobiografico Ne uccide più la gola che la sciarpa - La mia storia, edito da Rizzoli, ha accettato l’invito perché arrivato da due vecchi amici, Giò Barabina e Benito Stecca, e, più in generale, dal suo «posto delle fragole».
A Gemonio infatti l’attore e regista ha trascorso l’infanzia. Ci arrivò nel 1942, a due anni, con la famiglia in fuga dalla Milano bombardata, e ci rimase fino al 1948.
«La foto alle mie spalle - ha spiegato sabato pomeriggio in un locale pieno come un uovo - è stata scattata con i miei compagni in prima o seconda elementare alla scuola di Gemonio. Io sono in prima fila, il terzo da destra, quello con le braccia conserte».
Giocava in casa, Pozzetto. Affiancato al tavolo dagli amici, accolto come si conviene dal presidente della biblioteca, Gianni Pozzi, già apprezzata penna di L’Eco del Varesotto e autore dell’interessante libro “Cinema e dintorni”. Giocava in casa perché Renato abitava a 500 metri di distanza dal posto in cui ha parlato sabato. I Pozzetto erano inquilini dei Franzetti in un cortile in frazione Martitt. Lì l’attore appariva nei panni di un pendolare lanciato in bici, sfidando Max Boldi, verso la stazione, nel film Di che segno sei?, girato da Sergio Corbucci quasi in contemporanea con l’inaugurazione della biblioteca. Il ragazzo di campagna ha però preferito ricordare altre due pellicole, una per motivi geografici e l’altra per gli effetti collaterali.
«Gemonio, con casa Jemoli e Cappelletta di Primarona - ha sottolineato dopo essersi scusato per non avere più a 84 anni la memoria di un ragazzino - c’era anche nel mio primo film da regista Io tigro, tu tigri, egli tigra».
A strappare il maggior numero di risate al centinaio di persone presenti è stato però il racconto di un ciak sul set di La patata bollente, di Steno.
«Mentre giravamo per l’ennesima volta la scena in cui ero nella vasca da bagno con Edwige Fenech, entrambi nudi, ho avuto... chiamiamola una reazione fisica incontrollabile. Lei se n’è accorta e ha sorriso intenerita, la troupe, mai così numerosa per le riprese di un mio film, mi ha espresso piena solidarietà».
Capace di tormentoni sempreverdi - buon ultimo il «Taac!» ripreso dal milanese imbruttito Gegio Lanzoni - Pozzetto, tra i pochi nostri artisti a non farsi rapire da Roma, ha sempre preferito la gente comune ai vip.
«Lo consideriamo da sempre - spiega Pozzi - uno di noi. Ancora di più dopo che sabato ha definito i gemoniesi persone un po’ speciali».
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