CONFCOMMERCIO
Pranzo di Natale, sempre più varesini al ristorante
Menù dai 50 ai 130 euro. In aumento anche l'acquisto di piatti da asporto
Il riconoscimento dato dall’Unesco alla cucina italiana, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità, sembra aver agito da potente richiamo per le festività di quest’anno, spingendo un numero sempre maggiore di varesini a scegliere il ristorante per il tradizionale pranzo di Natale. Anche chi preferirà l’intimità delle mura domestiche tenderà a rinunciare ai lunghi preparativi ai fornelli, orientandosi con decisione verso i servizi di asporto. Come sottolineato da Giordano Ferrarese, presidente della Fipe Provinciale, il settore della ristorazione tiene bene nonostante le incertezze del periodo. I segnali positivi arrivano anche dal fronte delle cene aziendali, che quest’anno sono state più numerose, pur registrando una leggera contrazione dei budget medi rispetto al passato.
Questa tendenza locale trova conferma nelle proiezioni nazionali dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, che stima un incremento dell’1,8% rispetto allo scorso anno. In provincia di Varese il trend appare in linea con il dato nazionale: sebbene si noti un numero leggermente più alto di serrande abbassate proprio il giorno di Natale rispetto ad altre zone, questo fenomeno è ampiamente compensato dalla crescita costante delle prenotazioni per i menù da consumare a casa.
Sul fronte gastronomico, la tavola natalizia vede trionfare i grandi classici. Accanto all’immancabile zampone, i ristoratori propongono eccellenze come il culatello, il paté di fegato e la galantina d’anatra. Non mancano però incursioni più creative, come la tagliata di pluma accompagnata da carciofi e purè di patate viola, o il tradizionale cappone bollito servito con mostarda, per chiudere con i dolci della tradizione come il panettone, il pandoro e il dolce Monarco. Una vera rivoluzione nel piatto è rappresentata dalla crescente richiesta di proposte alternative, come la paella alla castigliana, che si allontana drasticamente dai classici tortellini in brodo o dalla tacchinella arrosto, segnando un cambiamento anche nelle abitudini rituali delle famiglie.
La tenuta del settore della ristorazione risiede proprio nel valore simbolico del pranzo in famiglia, che resta il momento cardine del ritrovarsi e della convivialità, sia esso vissuto al ristorante di fiducia o tra le mura di casa con piatti pronti. Dal punto di vista economico, l’esperienza del pranzo di Natale in provincia richiede una spesa che oscilla tra i 55 e i 130 euro a persona, mentre per i ritrovi aziendali i costi rimangono più contenuti, tra i 45 e i 60 euro.
A confermare il clima positivo è anche Damiano Simbula, presidente dell’Associazione provinciale cuochi varesini, il quale evidenzia come molti locali siano ormai al completo da tempo. Molte famiglie scelgono il ristorante già a partire dalla Vigilia, specialmente a mezzogiorno, ma è per il 25 dicembre che si registra il tutto esaurito. Al ristorante Alle Due Lanterne, ad esempio, esiste uno zoccolo duro di clienti fedeli che prenota il proprio tavolo già nel mese di agosto.
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