LA TESTIMONIANZA
«Prima che si rompa ce ne vuole»
Le parole di Tadini raccontate al Gip da un altro dipendente

«Prima che si rompa una traente o una «testa fusa» ce ne vuole.
Lo avrebbe detto Gabriele Tadini, caposervizio della funivia del Mottarone, a un altro dipendente, come messo a verbale da quest’ultimo. Lo si legge nell’ordinanze del gip. Quando il tecnico gli «ordinò di non rimuovere il ceppo dalla cabina 3» un giorno, l’altro gli chiese, stando al verbale, se la cabina potesse viaggiare «con persone a bordo e ceppo inserito».
A quel punto, stando al racconto del testimone, Tadini avrebbe replicato che prima che si rompa un cavo traente, quello che si spezzò poi il 23 maggio, «e ne vuole».
Il testimone ha spiegato agli inquirenti che Luigi Nerini, il gestore dell’impianto, «Ascoltava solo quello che gli diceva Tadini» e ha ricordato che nel 2012 il titolare della funivia del Mottarone parlando in merito al «Pericolo sul lavoro in funivia mi disse che tanto non sarebbe mai successo niente» e «Questa frase mi rimase impressa perchè poi il mese dopo fui costretto a calare 38 persone da una cabina rimasta bloccata».
Il gip fa notare che a partire dalle dichiarazioni dei dipendenti, che hanno tutti chiamato in causa Tadini, quest’ultimo avrebbe dovuto essere sentito subito come "indagato" e non prima come testimone. E specifica che le dichiarazioni dei lavoratori "minano profondamente" la sua "credibilità" quando accusa Nerini e il direttore di esercizio Perocchio.
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