IL CASO
Profughi a Fornasette, svizzeri in allarme
Il sindaco elvetico di Tresa inoltra a Berna la preoccupazione per l’arrivo dei richiedenti asilo nell’ex caserma dei carabinieri a ridosso del confine

Cresce la preoccupazione al confine, in territorio ticinese, circa il possibile trasferimento di un gruppo di richiedenti asilo che dovrebbe essere ospitato nell’ex caserma dei carabinieri a ridosso del valico di Fornasette, nel Comune di Luino. A farsi carico di tali timori è Piero Marchesi, sindaco di Tresa di cui Fornasette è una delle sue frazioni. Prealpina il 5 febbraio aveva già dato conto anche della posizione degli esponenti del Partito Liberale Radicale (Plr) locali. Non si conosce ancora l’esatto numero di migranti, ciò che è certo è che si sta ristrutturando una palazzina demaniale per poterli accogliere in un’area prevalentemente isolata, almeno sul lato italiano. Già, perché in Svizzera la frazione è abitata e con diversi esercizi commerciali, ristoranti e distributori di carburante a pochi passi dalla struttura. Da qui le preoccupazioni del sindaco ticinese che ricopre a Berna anche la carica di Consigliere nazionale (deputato) per l’Unione Democratica di Centro (Udc), ed è il presidente cantonale del partito.
«Abbiamo raccolto il pensiero, i timori dei nostri cittadini una volta appresa la notizia – ha spiegato Marchesi a Prealpina – e, preoccupati, ci siamo attivati perché l’ex caserma è ai margini di un bosco ed a ridosso del confine che non ha più il presidio fisso doganale né in Italia né in Svizzera. E’ stata inoltrata un’interrogazione anche dal gruppo Udc in Gran Consiglio (Parlamento cantonale ndr) rivolta al Governo per capire se era a conoscenza di questa iniziativa italiana e che misure intende intraprendere per evitare entrate illegali su suolo svizzero».
Marchesi è pacato ma molto risoluto, desidera ottenere risposte certe e celeri perché il tema si sta facendo bollente nella piccola frazione che ieri ha visto la presenza di diversi giornalisti. Commercianti e cittadini hanno riferito loro di avere paura, «dato quello che si vede in Italia». Il gruppo Udc, tornando all’interrogazione in Gran Consiglio a Bellinzona, pone una domanda che potrebbe avere ripercussioni anche sul territorio italiano: «Il Consiglio di Stato (Governo ndr) intende prendere contatto con le autorità della Confederazione per chiedere una presenza costante delle Guardie di confine o la chiusura notturna del valico di Fornasette?».
Altre osservazioni potrebbero essere presto rivolte anche al Consiglio federale a Berna dal deputato-sindaco ticinese mentre qualcosa si muove anche sul fronte italiano.
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