L’INTERVENTO
Protezione civile, il coordinamento varesino prende posizione
Continua il dibattito sulla situazione dell'ente provinciale

Nel dibattito sulla situazione della Protezione civile provinciale, il Comitato di coordinamento varesino prende posizione. Ecco il testo dell’intervento:
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Siamo stati eletti per rappresentare ogni singolo volontario nel territorio provinciale e l’hanno sempre fatto rispettando i ruoli e funzioni dell’ente. È giunto il tempo per il CCV varesino di prendere una posizione in merito alle dichiarazioni attribuitegli nei recenti articoli pubblicati negli ultimi dieci giorni». In prima istanza, «il presidente de. CCV Giovanni Barranco, prese una chiara posizione in merito alla commissione volontaristica voluta dal Presidente della Provincia a supporto del settore provinciale di Protezione Civile, un gruppo di esperti selezionato per merito dallo stesso presidente che di fatto veniva preferita al già costituito CCV voluto e votato democraticamente dal volontariato territoriale. In quell’occasione il fortuito utilizzo dell’accezione “CAPO” compromise il reale significato delle parole espresse da Barranco, il quale, con fermezza, unitamente all’intero direttivo, ribadisce la posizione dello stesso coordinamento quale organo di supporto al settore provinciale PROCIV legalmente costituito e riconosciuto da Regione Lombardia. Un consiglio al quale è sempre stata negata la possibilità di collaborazione con l’ente per mera volontà del settore, nonché dei funzionari preposti. Più volte infatti i molteplici tentativi (per iscritto, e quindi documentabili) nell’instaurare un dialogo costruttivo da parte del comitato, sono stati inascoltati e in alcune occasioni malamente declinati, ribadendo più volte ed in più occasioni per tramite del funzionario di riferimento la volontà di NON RICONOSCERE la funzione del suddetto CCV dando un’interpretazione personalistica della norma regionale che lo costituisce.La stessa interpretazione personalistica è quella espressa da quella cinquantina di volontari che stanno raccogliendo le firme da inviare al Prefetto, con l’obbiettivo di fermare la “ristrutturazione strategica” del settore PROCIV provinciale voluta dal Presidente.Qui di fatto vogliamo precisare che questo ristretto gruppo di volontari potrebbe non rappresentare nell’interezza il numero totale dei 2500 volontari circa della provincia, un gruppo peraltro selezionato dall’ente negli anni, con criteri non noti e dubbiamente legati a comprovate capacità operative, ma su ciò ovviamente, nulla da sindacare si poteva, però, quantomeno allargare il campo di selezione a tutto il bacino di utenza volontaristico sarebbe stato doveroso.Lo stesso gruppo ristretto, si dice fermamente contrario a chi strumentalizza il volontariato per fare politica indicando come illegittima la pretesa del CCV di sedersi al tavolo di coordinamento provinciale facendo riferimento a norme non precisate. Specifichiamo che questo CCV è l’ultimo organo al quale riferirsi parlando di politica perché ciò è avvenuto concretamente solamente all’interno del gruppo colonna mobile per mano del consigliere delegato di allora, il quale tuttora continua a strumentalizzare l’ambito di Protezione Civile per evidenti e palesi scopi politici di rinomina all’interno del nuovo consiglio provinciale.Vale la pena ricordare che il consigliere nel 2023 aveva tentato di candidarsi nel direttivo del CCV, ma ottenendo solo 4 voti su 51 delegati. Sempre codesto comitato è titolato legalmente dalla legge 27 del 2021 a sedersi unitamente a SUPPORTO del funzionariato provinciale, diritto che è stato fermamente negato in ogni forma dal momento della nomina negando agli stessi consiglieri del CCV ogni forma di partecipazione attiva al coordinamento dell’attività volontaristica. Ruolo previsto per legge ma che di fatto c’è stato affidato da un voto democratico raccolto durante l’l’assemblea 2023.Si continua, citando il disaccordo del consigliere uscente con la riorganizzazione voluta dal Presidente della Provincia perché “controproducente per il buon andamento dell'attività di Protezione civile che la Provincia deve svolgere nei confronti del territorio, dei sindaci e della cittadinanza”. Ribadiamo che nessun membro di questo coordinamento ha mai voluto in alcun modo sostituire la figura tecnico-amministrativa rappresentata dai funzionari , e dipendenti provinciali come sottolineato dal consigliere, il quale sin dall’emergenza Emilia-Romagna era informato della posizione collaborativa del coordinamento, Infatti proprio in quell’unica occasione ci fu un principio di collaborazione promosso proprio dallo stesso consigliere, ennesimo tentativo malamente declinato a seguito di una probabile richiesta del funzionario in carica. Lo stesso funzionario che in occasione del corso di Protezione Civile per sindaci ha suggerito ai primi cittadini presenti di non intraprendere collaborazioni con il CCV ma bensì di appoggiarsi esclusivamente al settore provinciale in quanto unico titolato a farlo. Verosimilmente l’incarico abbandonato dall’allora delegato è probabilmente da attribuirsi alla destituzione del funzionario di riferimento a seguito della dubbia gestione della recente emergenza del luglio scorso, carenza che di fatto poteva lesionare la figura politica dello stesso consigliere.L’inesattezza più forviante e falsa agli occhi dell’opinione pubblica e denigrante per la reputazione del comitato è quella che, a detta di questo ristretto gruppo di volontari, attribuisce la difficoltosa gestione dell’emergenza durante il nubifragio del luglio scorso all’insediamento del CCV. A fronte di ciò ci domandiamo come possiamo essere la causa di un così grande disservizio se nemmeno ci viene e ci è mai stata data la possibilità di interagire nel coordinamento a supporto dell’ente? lo stesso comitato al quale in questo ultimo anno e mezzo di incarico è stata negata la possibilità di collaborazione con l’ente, i funzionari, le strutture e le attrezzature su Chiara e comprovata negazione da parte del funzionario referente. Di fatto, durante l’emergenza del luglio scorso la reperibilità telefonica provinciale non ha risposto alle richieste del territorio per una mancanza da attribuirsi esclusivamente allo stesso settore provinciale di Protezione Civile.Risulta addirittura curioso come i volontari della colonna mobile siano in possesso di dati cosi specifici rispetto alle attivazioni sul territorio, se non direttamente imbeccati dai funzionari che possono aver fornito quanto riportato nella missiva. Altresì si pone in evidenza che alcuni dei gruppi citati erano attivi sul territorio di propria competenza e quindi senza la diretta “organizzazione” o “supporto” dell’ente.Nel testo dell’articolo malamente interpretato si parla di RIFORMA abusando del termine di fatto si tratta semplicemente di una presa di posizione lecita del presidente quale referente a capo del settore. il funzionario rimosso dovrà essere avvicendato e ciò nonostante rimane comunque una posizione organizzativa di riferimento nonché tutto il resto del personale presente negli uffici del settore, comunque qualificato e competente e soprattutto titolato a dare continuità alla prontezza operativa del corpo di volontariato.Concludiamo ribadendo con forza che il legale riconoscimento della figura del CCV quale organo di supporto al coordinamento volontaristico, non ha l’intenzione né mai l’avrà, di azzerare il lavoro svolto in molti casi con attenzione, capacità e preparazione da una parte dei volontari già presenti nell’organico della colonna mobile. Cambiare i vertici e garantire equità di partecipazione al volontariato territoriale non significa smantellare ma bensì rimodulare un servizio che pur essendo apparentemente operativo oggi può migliorare e crescere con il contributo di tutti i 2500 volontari.
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