CORSA ELETTORALE
Puricelli, addio azzurri
L’ex vicesindaco lascia ufficialmente Forza Italia e lavora a una coalizione civica

Come nelle vicissitudini coniugali, il divorzio era nell’aria dopo una pausa di riflessione, durata oltre un mese, che non è servita a ricucire lo strappo. Roberto Puricelli, già vicesindaco e presidente del Consiglio comunale, primario ospedaliero ora in pensione, ha ufficializzato ieri l’addio a Forza Italia, partito nel quale militava dalla prima ora, assumendo anche a più riprese la guida della sezione cittadina.
Divergenze politiche?
«Con l’attuale dirigenza non ho affinità, né una comune visione politica»
Facciamo i nomi...
«Dopo le dimissioni del coordinatore cittadino Roberto Leonardi, verso il quale nutro grande stima, in qualità di vicario non sono stato neppure contattato da Giuseppe Taldone (commissario provinciale Ndr) e questo è in linea col suo comportamento: non mi ha mai chiamato, solo due messaggi da quando guida il partito».
Solo lui?
Puricelli sorride. «Beh, mettiamoci poi le grandi aperture del responsabile degli enti locali, Piero Galparoli, che dimostrano la confusione che regna in Forza Italia. Basta guardare il caso di Luino...».
Luino, perché?
«Una politica asservita a personalismi ed incurante di un alleato come la Lega ha compromesso la possibilità del centrodestra di correre unito, mettendo a forte rischio la vittoria».
E Varese?
«Forza Italia dimostra tutta la sua debolezza accettando la candidatura di una persona, la leghista Barbara Bison, che non è nemmeno di Varese. È un assist al sindaco uscente Davide Galimberti che già non avrebbe bisogno di aiuti. Forza Italia doveva subito fare una sua proposta alternativa e invece si è lasciata scappare anche Leonardi che avrebbe tutte le carte in regola per fare il candidato sindaco».
E se invece scendesse in campo Maroni?
«Beh, lui sì che sarebbe un ottimo candidato».
E Puricelli che farà? Il terzo concorrente?
«Non sono io il protagonista, insieme a me ci sono altre persone pronte a mettersi a disposizione di un programma credibile e di un candidato spendibile».
Lista civica allargata dunque...
«Il presupposto di tutto resta il programma per la città. Credo nelle liste civiche, soprattutto adesso che si avverte lo scoramento degli elettori verso la politica, ma non nel civismo privo di esperienza: ci devono essere persone che sanno cosa fare, magari con trascorsi in un partito, e che ora possono esprimere proposte nell’interesse unico del bene della città. Sarebbe una bella avventura».
Riformuliamo la domanda: Puricelli candidato sindaco del terzo polo?
«Pronto a correre per un candidato varesino che abbia a cuore la città. Io candidato? Non sta a me dirlo e pensarlo». Ma l’idea del terzo polo (civico) è ormai quasi realtà in vista del voto della prossima primavera.
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