CANDIDATO SINDACO
Lega, la base sceglie Bison
A tarda ora i militanti si esprimono sulle due ipotesi: è un plebiscito, superato Maroni. Salvini: «Non metto veti»

«Volete un volto nuovo o una figura di esperienza come candidato sindaco?». E la la base della Lega si esprime all’unanimità per la prima ipotesi.
È stata una riunione, ieri sera, densa di colpi di scena nella sede di piazza Podestà. Si è conclusa, poco prima di mezzanotte, con la parola data ai militanti. Due le opzioni: Roberto Maroni, ex ministro e precedessore di Attilio Fontana al governo della Regione Lombardia, e Barbara Bison, avvocato, già sindaco di Gornate Olona. Il terzo ventilato nome non è uscito. Dunque, un testa a testa. E i militanti varesini hanno premiato la linea della novità, della discontinuità rispetto a politici che, pur di rango e potenzialmente idonei alla corsa verso Palazzo Estense, non rappresenterebbero una svolta rispetto al passato. La riunione è stata condotta dal parlamentare e segretario provinciale Matteo Bianchi, affiancato dal commissario cittadino Cristiano Angioy Viglio. Una ventina i militanti presenti fisicamente in sede, gli altri collegati in videoconferenza per rispettare le norme di precauzione sanitaria. All’ordine del giorno, valutazioni di carattere generale sulla politica del movimento e quindi la discussione sul candidato sindaco.
Nelle premesse, l’idea era quella di arrivare ad un terzetto di nomi da sottoporre poi ai vertici del partito. Da questa rosa si è chiamato fuori lo stesso Bianchi, che a febbraio sembrava ormai certo di essere lo sfidante del sindaco uscente del centrosinistra, Davide Galimberti.
Il passo indietro è maturato durante il periodo di lockdown. Sono emerse nuove valutazioni: la figura di un parlamentare, immediatamente ricollegabile alla politica nazionale che, secondo alcuni, non godrebbe ora di grande appeal tra la gente, a prescindere dal partito di appartenenza, ha indotto a riconsiderare altre opzioni. E tra queste, ecco la prospettiva di candidare Maroni, da tempo fuori dai giochi della politica.
L’ex ministro, contattato giovedì, aveva dato quindi la disponibilità a scendere in campo a Varese per riconquistare Palazzo Estense. Si è arrivati così a ieri sera, all’«esame» della base, con questi due nomi - Maroni e Bison -, e la rinuncia a formularne un terzo. Ampio dibattito, umori che i militanti avrebbero manifestato in modo abbastanza chiaro a favore della cinquantenne, avvocato. «Decidiamo» è stata la richiesta. Non sui due nomi esplicitati ma con una formula che in pratica li chiamava direttamente in causa. E l’esito è stato quasi plebiscitario: sì a una figura nuova. Dunque, Barbara Bison. Ora la palla passa alla segreteria lombarda e per l’ultima parola a Matteo Salvini che potrebbe anche non tenere conto della volontà emersa dalla base. Ma il leader della Lega, prima della riunione, aveva però fatto pervenire un messaggio chiaro: «Non metto veti».
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