LE PAROLE DOPO IL TRIONFO
«Qualcuno ha creduto in me più di me stesso»
Martinenghi e l’omaggio all’allenatore Pedoja

«Oggi qualcuno credeva in me più di me stesso, a cominciare dal mio allenatore Marco (Pedoja, ndr), con l’oro olimpico al collo so che è una emozione incredibile anche per lui». Arriva dalle parole di Nicolò Martinenghi la rivelazione: l’unico a credere veramente che l’azzatese avrebbe potuto stupire il mondo mettendosi al collo la più importante delle medaglie è colui che come nessuno, forse come nemmeno lo stesso Nicolò, conosce il neo olimpionico. Marco Pedoja non è stato solo un allenatore per Martinenghi: lo ha cresciuto sin da bambino nella piscina di Brebbia e ne ha saputo plasmare l’immenso talento anche assecondando la personalità per nulla banale del campione. Un rapporto intenso quello tra l’atleta e il coach che nella notte del 26 luglio del 2021, dopo il bronzo olimpico di Tokyo, scriveva al suo pupillo: «Il Sol Levante sorge sempre tutti i giorni ma il 26 luglio 2021 è sorto per te Nicolò. Il rumore del silenzio, nessuno sparla più, il bello parte proprio da qui». E aggiungeva un doppio hashtag premonitore >roadtoparigi2024 >olimpicdream.
IL COACH CAMPIONE OLIMPICO
Tre anni e due giorni dopo quella notte, Pedoja è diventato il coach del campione olimpico dei 100 rana, coronando la sua carriera di tecnico partito dal basso, dalla provincia, lontano dai riflettori che da oggi, con l’oro tra le mani di Nicolò, lo accompagneranno per sempre.
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