L’INCONTRO
«Quattro assunzioni? Falso! È sempre la stessa persona»
Uil riunita in piazza Monte Grappa per denunciare il precariato “Made in Italy”

«Si fa presto a dire che le assunzioni aumentano. Non vogliamo dire che i numeri alla base della narrazione del governo di Giorgia Meloni sono drogati? Beh, allora diciamo che sono quantomeno malati. E questo vale per tutta l’Italia, inclusa la ricca Lombardia. Ma lo sapete che può succedere che la stessa persona viene assunta due, tre quattro volte all’anno, ma sempre con contratti a tempo determinato? Prima faccio lavorare una persona per due o tre mesi con contratti flessibili appoggiandomi all’agenzia interinale di turno, poi dopo un paio di volte, iniziano i contratti dell’azienda. Con contratti sempre a tempo determinato e magari per posizioni diverse. E così che vive una moltitudine di lavoratori precari in barba al presunto record del numero di occupati nel nostro Paese. In tanto le statistiche segnalano quattro assunti in più, ma in realtà è la stessa persona».
Precarietà strutturale
Il segretario lombardo della Uil Enrico Vizza offre uno spaccato della dura realtà del precariato “Made in Italy” del nuovo Millennio: i contratti a termine e part time riguardano il 30% degli occupati. Come a dire che la precarietà è strutturale e va di pari passo con salari bassi. A questo proposito, tra il 2008 e il 2024 i salari reali medi sono diminuiti del 9%, mentre in Germania e in Francia sono aumentati del 14% e del 15%. Che cosa succede in Italia? Il lavoro precario è il tema messo al centro dalla “carovana blu” della Uil approdata ieri a Varese, piazza Monte Grappa, per una due giorni di confronti all’insegna dello slogan “No ai lavoratori fantasma”. A bordo di un camion di colore blu trasformato in palco, dirigenti sindacali, rappresentanti delle istituzioni (fra questi, il prefetto Salvatore Pasquariello e il sindaco Davide Galimberti), di enti di categoria e previdenziali e delle associazioni datoriali ieri sono stati protagonisti della prima giornata di dibattiti, interventi e di incontri “in diretta” con i cittadini per confrontarsi sul lavoro. Su un lavoro dignitoso, in particolare. Lo stesso oggi per tutta la giornata, sempre nel “cuore” della Città Giardino. È atteso il segretario generale Pierpaolo Bombardieri.
«Dare voce ai lavoratori»
Lavori precari, poveri e spesso costretti a condizioni di lavoro tutto fuorché sicure: questa è la realtà italiana da cui la provincia di Varese non è affatto esente. «Abbiamo deciso che mai come in questo momento c’è bisogno di dare voce ai lavoratori che invece voce non hanno», sottolinea il segretario regionale Vizza: «Le statistiche parlano chiaro: in Italia ci sono non meno di tre milioni di lavoratori invisibili, soprattutto giovani e donne, che non conoscono altra occupazione se non quella precaria e spesso non possono sapere nemmeno quale potrà essere il loro futuro da qui a qualche mese».
Fare figli, una chimera
Già, perché se non sai se il contratto sarà rinnovato o meno e se potrai ancora contare su uno stipendio, è impossibile programmare la propria vita. «In queste condizioni come puoi solo pensare di mettere su famiglia e fare figli?», chiede provocatoriamente Vizza: «Il sistema attuale incentiva, anzi alimenta il precariato, ma il precariato non è la soluzione, perché non offre prospettive. Lo sanno tutti che senza contratto fisso e un lavoro stabile non puoi accedere al mutuo per la casa e nemmeno al finanziamento per l’acquisto dell’auto o, che so, di un motorino. Non è questa l’occupazione seria e genuina che consente costruirsi futuro. Abbiamo deciso di essere a Varese per far sentire la voce di questi lavoratori invisibili».
La carovana itinerante della Uil si propone di fare da cassa di risonanza, a Varese e dintorni, anche attraverso i racconti di tanti lavoratori lombardi: dai precari del Teatro alla Scala di Milano a quelli della Pubblica amministrazione, come quelli della scuola, degli ospedali e della cultura, da chi è impegnato nel settore della logistica all’agroalimentare. Un mondo sommerso, che la Uil ha voluto far salire su un palco per scuotere le coscienze di tutti.
Il governo segua la Spagna
Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo nazione UIL afferma: «Attraverso la nostra campagna ne approfittiamo per chiedere al Governo di introdurre politiche di contrasto al precariato che siano una volta tanto serie. Perciò, invitiamo l’esecutivo a sperimentare quanto previsto in Spagna a seguito della riforma del mercato del lavoro approvata a fine 2021, che traduceva in legge l’accordo con sindacati e imprese siglato dalla ministra Yolanda Díaz per conto del governo di coalizione progressista, con l’obiettivo di migliorare la stabilità dell’occupazione. Con questa riforma è cambiato il modello di contrattazione, tanto da ridurre alla metà i contratti a termine che prima erano prevalenti. Di fatto si riconoscono solo contratti a tempo indeterminato e questo è stato reso possibile concedendo agevolazioni fiscali alle aziende». Da allora in Spagna c’è stato in effetti un boom di occupati a tempo indeterminato: «E aumentando l’occupazione, aumentano i consumi e finisce per crescere anche l’economia».
Antonio Massafra, segretario provinciale della UIL Varese, aggiunge: «Crescono i contratti, i mini-contratti precari, i part-time e i part-time involontari. I contratti non si rinnovano o si rinnovano dopo dieci anni. In tutto questo, i salari medi continuano ad abbassarsi. Dobbiamo metterci in testa che, non avendo petrolio né diamanti, la nostra ricchezza è il lavoro. Un lavoro che deve avere garanzie, tutele e stipendi in linea con le dinamiche del potere d’acquisto. Se i soldi da spendere per i lavoratori sono sempre meno come si fa a far ripartire il Pil? In più ora c’è anche l’incertezza legata ai dazi minacciati da Trump».
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