AMARCORD
Quell’edicola di Avigno dove Marotta trovò Pizzaballa
Il dispiacere del presidente dell’Inter per la chiusura della storica attività

«Gran brutta notizia. In assoluto e per me che lì ho imparato a leggere e lì, sempre da bambino, un giorno ho trovato l'introvabile figurina di Pizzaballa. Come dimenticarlo?». Giuseppe Marotta commenta così la chiusura dell'edicola di Avigno, a lungo il suo quartiere prima che l'amore per il calcio («un ciclone arrivato quando avevo cinque anni che ancora mi tiene buona compagnia») lo portasse a un giro d'Italia ricco di soddisfazioni per lui e per le squadre che lo hanno visto in azione. Con lui Atalanta, Sampdoria, Juventus e Inter, di cui è ancora oggi dirigente, hanno trovato o ritrovato risultati importanti. Un uomo di successo che non ha mai rinnegato le radici e mai voltato le spalle alla sua gente. Compresi quelli che avrebbero voluto essere al suo posto sin da quando, da ragazzo, difendeva in modo egregio la porta dai tiri dei biancorossi in allenamento. Nel campetto dietro ai Distinti di quello stadio Franco Ossola poco distante dall’edicola che da oggi non sarà più tale.
«Vivo questa chiusura come un graffio, si cerca di non pensare mai che ciò che è bello abbia una fine. Quel piccolo mondo è stato per me molto formativo».
E apre l’album dei ricordi. «Il mio primo quotidiano, intendo prima di incominciare a comprare regolarmente La Prealpina, è stato Il Giorno. Il prezzo era di cinquanta lire. Detto del mio interesse per informazione e cultura generale, posso candidamente confessare che ho acquistato quanto più potevo ciò che era legato al pallone. I Ranghetti, storici titolari dell’edicola ereditata dai Moranzoni, mi conoscevano bene. Da Il Calcio Illustrato al Guerin Sportivo, da Il Corriere dei piccoli quando dedicava l’ultima pagina alle foto dei giocatori in movimento e al Dado Calcio, all’Almanacco del calcio, tante le testate che mi hanno riempito casa». Pagine sfogliate con passione e cura mai quanto quelle degli album Panini.
«Posso vantarmi - spiega Marotta - di avere completato tutte le raccolte iniziate senza aiutini supplementari. Mai richiesto alla Panini una figurina mancante, l’ho sempre cercata e alla fine trovata in qualche pacchetto. Compresa, in seconda elementare, quella di Pier Luigi Pizzaballa, portierone dell’Atalanta, rimasta per molti soltanto un miraggio. Una delle poche che non ho mai avuto doppia. Le doppie servivano per giocare con gli amici, a muro a muro, lungo e padella. Era l’aspetto delle figurine che mi dava più gioia, ben più forte di quella regalata dall’ammirare da solo a casa un album senza spazi vuoti. E quella gioia ci arrivava dall’edicola di Avigno».
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