SANITÀ
Quiete, stop allo sfratto
Udienza in tribunale del Gruppo Sant’Alessandro il primo febbraio: salta l’accesso di oggi dell’ufficiale giudiziario. Ora i dipendenti sperano di resistere fino all’asta del 29 marzo

Sfratto della clinica La Quiete, un altro colpo di scena. Giovedì, a poco più di 24 ore dal secondo accesso “decisivo” dell’ufficiale giudiziario, un provvedimento del Tribunale di Varese ha bloccato la procedura: nessun conto alla rovescia, quindi, verso le tre di oggi pomeriggio quando sarebbe potuto succedere di tutto (da un’ulteriore proroga dell’uscita dagli immobili di pazienti e macchinari all’intervento dei carabinieri, con trasferimento altrove, in ambulanza, dei degenti rimasti nella struttura). Il motivo? Il fatto che il Gruppo Sant’Alessandro ha un’udienza in Tribunale fissata per il prossimo primo febbraio, udienza che pare sia conseguenza di un’istanza della stessa società proprietaria dei due rami d’azienda attivi in cima a via Dante (La Quiete Casa di Cura, del tutto privata, e La Quiete Centro Diagnostico, che può vantare invece l’accreditamento con la Regione Lombardia e la firma di un contratto provvisorio con lo stesso ente, valido fino al 30 aprile, avvenuta venerdì scorso). In Tribunale, in base a quanto si è appreso, il Gruppo Sant’Alessandro dovrebbe illustrare al giudice lo stato della trattativa che potrebbe portare un nuovo socio e nuovi capitali alla Quiete e anche le problematiche che sta affrontando di fronte all’ordine di sfratto esecutivo già disatteso il 9 gennaio.
In ogni caso, ieri era notevole la soddisfazione dei dipendenti che dalla sera dello scorso 8 gennaio sono riuniti in assemblea permanente e quindi in sostanza occupano la struttura sanitaria con l’assistenza e l’appoggio della Funziona Pubblica della Cgil. Si sottolinea che la «resistenza dei lavoratori e il lavoro del sindacato» hanno già portato a un risultato notevole, e ci si augura che il mercato si stia muovendo davvero così com’era stato anticipato dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e dal sindaco di Varese Davide Galimberti, in prima linea con politici di ogni colore nella difesa della Quiete e dei suoi sessanta posti di lavoro. Com’è noto, obiettivo dei dipendenti e del sindacato è quello di arrivare con la clinica aperta e in funzione alla prossima asta degli immobili che sono di proprietà del fallimento Ansafin e per i quali il Gruppo Sant’Alessandro non ha praticamente mai pagato l’affitto, asta che è fissata per il prossimo 29 marzo. La speranza è che nuovi padroni della clinica acquistino anche i muri e procedano con un’attività che non è certo in crisi.
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