IL PROCESSO
Rapina, la Svizzera vuole i complici
La Procura generale di Milano favorevole all’estradizione di due italiani. L’avvocato difensore si oppone

La Procura Generale di Milano ha chiesto di concedere l’estradizione in Svizzera per due dei presunti complici del 42enne bustocco accusato di aver messo a segno il 29 marzo di un anno fa una rapina da 10 mila euro alla stazione Eni di Ligornetto in Canton Ticino, e di essere poi fuggito dalla dogana di Clivio. La richiesta è stata formalizzata dal sostituto procuratore generale di Milano Vincenzo Calia nel corso dell’udienza davanti ai giudici della quinta Corte d’Appello di Milano, la sezione competente in materia a livello distrettuale.
Secondo il rappresentante dell’accusa, il materiale probatorio fornito dal ministero pubblico di Lugano Nicola Respeni sarebbe tale e tanto da rendere fondata l’estradizione dei due indagati, un 27enne varesino di Reggio Calabria e suo padre di 55 anni anni, anche lui residente a Varese, entrambi difesi dall’avvocato Matteo Pelli. Di tutt’altra opinione il legale varesino: non solo ha insistito perché l’istanza di estradizione possa rimanere inevasa, ma anche sollecitato il venir meno di ogni misura cautelare dei propri assistiti, i quali a luglio erano già stati scarcerati (dopo un paio di mesi di detenzione ai Miogni) e sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per due volte la settimana. Per la cronaca, per la rapina del 29 marzo 2016 nelle scorse settimane è stato dato il via libera all’estradizione all’autore materiale del colpo, Franco L., 42, pluripregiudicato originario di Gallarate. L’avvocato Pelli ha contestato il fatto che si possa chiedere l’estradizione senza indicare i concreti sospetti che li vedrebbero coinvolti nella rapina del 29 marzo (avrebbero effettuato dei sopralluoghi).
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