IL CASO
Rescaldina, bosco delle terre nere: l’area diventa off limits
Il terreno dovrà essere bonificato al più presto

Battezzato dai cittadini “Bosco delle Terre Nere”, è un’area del Parco del Rugareto di settemila metri quadrati, dove decenni fa furono sotterrati scarti di fonderia: sono questi a dare quel particolare colore nero al terreno (donato al Comune nel 2006).
Proprio per questo è stato effettuato uno studio di caratterizzazione e, nei giorni scorsi, è arrivata la brutta notizia: da alcuni campioni di terra è emerso un livello di inquinanti superiore a quello di tollerabilità.
MESSA IN SICUREZZA
L’area è stata dunque messa in sicurezza, circoscrivendola affinché nessuno vi entri, tanto meno chi pratica il ciclocross. Va precisato, come emerge dalle delibere agli atti, che non c’è alcun rischio per la falda acquifera: nel terriccio non sono stati individuati liquami bensì polveri la cui provenienza dal sottosuolo è accertata. «I lavori di caratterizzazione, in contraddittorio con l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, sono iniziati il 6 settembre scorso e si sono conclusi il 17 – rende noto l’assessore alla Sostenibilità ambientale Adriana Gulizia –. In pratica si è appurato che ci sono polveri inquinanti che potrebbero essere dannose per la salute: vanno quindi prese delle precauzioni, che stiamo decidendo con Arpa».
L’intervento più probabile è ricoprire di terra lo strato superficiale, in modo tale che le polveri non possano fuoriuscire dal sottosuolo e disperdersi. Non si sa chi e quando abbia depositato gli scarti di fonderia in questo tratto di bosco, fatto sta che sarà molto difficile individuarli. Soprattutto se i depositi di materiali risalgono a decine di anni fa, quando sono arrivate nuove norme sugli scarichi di rifiuti che hanno finalmente regolamentato la materia. «Ciò che conta, in questa fase, è mettere l’area completamente in sicurezza – rimarca l’assessore Gulizia – Al riguardo il confronto con Arpa è aperto, alla ricerca delle migliori soluzioni». Intanto Regione Lombardia ha finanziato, nell’ambito del programma integrativo 2022/2024 per gli interventi urgenti e prioritari a difesa del suolo e della mitigazione dei rischi idrogeologici, circa 5 milioni di euro per realizzare gli argini sul torrente Bozzente, fra Rescaldina e Gerenzano. I fondi si aggiungono a 1,3 milioni di euro già stanziati, portando l’ammontare del finanziamento a più di 6 milioni di euro. Che cosa sarà realizzato concretamente col sostanzioso contributo? Il progetto ha lo scopo di allontanare le acque del Bozzente dalla limitrofa zona della discarica fortemente inquinata di rifiuti, sia industriali sia urbani.
SECONDO PASSO
Lo stanziamento rappresenta un secondo passo importante verso la meta della bonifica totale: il primo passo consisteva nell’adeguamento della rete di piezometri a valle, per individuare in modo puntuale l’inquinamento della falda freatica. Il comitato, di cui fanno parte anche componenti di Rescaldina, continuerà a sollecitare e monitorare gli attuatori del progetto. La finalità è la bonifica della discarica, che procura ancora un anomalo e grave inquinamento della falda a più di 30 anni dalla sua chiusura. Così come fatto per le “Terre nere”, il prossimo passo da parte della Regione dovrà essere un primo studio per caratterizzare le aree inquinate non censite che si trovano in prossimità degli argini e nell’alveo del torrente. Anche qui sotto ci sono inquinanti?
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