NEL PARCO
L’ultimo rottame del Rugareto
In passato delitti, furti e spaccio. Ora è una preziosa oasi naturalistica. E resta solo un’auto abbandonata

C’erano una volta i morti ammazzati, le auto smontate e poi date alle fiamme, le cassaforti scassinate in mezzo al bosco e gli spacciatori che sistemavano due tavole su altrettanti bidoni per aprire i loro supermercati della droga. Adesso la situazione è radicalmente cambiata: sarà merito di sindaci e forze dell’ordine che da sempre martellano la zona nel nome della sicurezza, oppure della pandemia che ha ridotto drasticamente la circolazione in comuni che da un anno entrano ed escono dalla zona rossa: di fatto oggi il Parco del Rugareto è un’oasi naturalistica invidiabile: sentieri ben tenuti, spazzatura ridotta a un livello accettabile, percorsi segnalati, fiori che colorano il sottobosco.
Son tornate le paperelle
Nel Bozzente quasi in secca nuotano addirittura le paperelle. Nel Bozzente, uno dei torrenti più inquinati d’Italia, che solo a guardarlo vent’anni fa lacrimavano gli occhi per l’odore acre che si alzava dall’acqua. Il Rugareto è un parco importante, con una superficie di 1.250 ettari, e si estende sui territori di Rescaldina, Castellanza, Gorla Minore, Cislago, Gerenzano, Marnate e Uboldo, scavalcando i confini tra la provincia di Milano e quella di Varese. I boschi sono attraversati da 20 chilometri di sentieri, e su quei sentieri negli anni è successo di tutto. Ci sono stati anche dei morti: il primo nell’ottobre 1992, quando il corpo di una 16enne violentata e uccisa fu scaricato tra gli alberi. La seconda nel novembre 2000, quando una donna di 35 anni fu uccisa da un amico con un colpo di pistola alla tempia. In quegli anni i boschi erano frequentati molto più da ladri e rapinatori che da ciclisti e podisti. Praticamente non c’era fine settimana senza che i vigili del fuoco non dovessero accorrere per spegnere una Bmw o una Delta Integrale data alle fiamme dopo un colpo, spesso tra gli alberi capitava di vedere auto ribaltate su un fianco per permettere a chi le aveva rubate di smontare cambio e sospensioni. Poi era iniziato lo spaccio di droga: lontano dalle case e dalle telecamere, il bosco era il posto ideale. L’ultimo delitto nel gennaio 2019, quando uno spacciatore senegalese di 54 anni è stato ucciso a colpi di pistola da un connazionale, oggi latitante. A quel punto i sette sindaci avevano deciso di dire basta, e l’allora sindaco di Rescaldina Michele Cattaneo aveva annunciato un ambizioso progetto per recuperare i sentieri del parco e renderli fruibili a tutti: l’intervento avrebbe dovuto essere finanziato con gli oneri di urbanizzazione dell’ampliamento della galleria Auchan, due milioni di euro in tutto. Auchan ha lasciato l’Italia alla fine dello stesso anno, l’ampliamento della galleria è congelato. Ma il Rugareto è stato recuperato comunque, e in questi giorni è un piacere andarci a spasso. I sentieri che attraversano il sottobosco fiorito sono per larghissima parte puliti e praticabili anche con biciclette normali; la segnaletica avrebbe bisogno di essere rinfrescata e ampliata, ma quella che c’è è sufficiente per non perdersi.
La 126 abbandonata
Un paio di discariche abusive ci sono ancora, ma si trovano nelle parti più marginali, vicino alla strada d’asfalta dove vanno e vengono anche gli ultimi spacciatori. Nel cuore del bosco resta solo il rottame di una vecchia Fiat 126 con le portiere crivellate da proiettili: si trova a circa un chilometro da via per Gerenzano, non lontano del sentiero che da Rescaldina porta verso Cislago. Ultimo testimone di un’epoca che si spera sia stata definitivamente chiusa.
© Riproduzione Riservata