RIORGANIZZAZIONE
Piano Conad, cinquecento in bilico
La nuova proprietà dovrebbe ridurre l’ipermercato: timori a Rescaldina

La trattativa è iniziata nel peggiore dei modi, con un lettera che spedita alle 21 di mercoledì ha convocato i sindacati per la mattina di venerdì.
Vista l’entità del problema (oltre 6mila licenziamenti minacciati su un totale di 17mila dipendenti in tutta Italia), i sindacati hanno ingoiato il boccone e si sono presentati comunque, scoprendo che Conad non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro.
SEIMILA DI TROPPO
I conti non tornano, per evitare di continuare ad accumulare perdite bisognerà ridurre sia il costo del lavoro che le superfici di vendita, il che a livello nazionale si traduce in un totale di 6.197 esuberi. Certo, Conad spiega che circa la metà potranno essere recuperati: un po’ tagliando i contratti a termine, un po’ sospendendo il turnover, un po’ ricollocando i dipendenti di troppo negli ex punti vendita Auchan in altri negozi Conad, un po’ trasferendoli a terzi soggetti non meglio identificati. In linea teorica, alla resa dei conti i licenziamenti dovrebbero risultare “solo” 3.092. Ma tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il mare. Nell’incontro di venerdì è poi stato fornito un elenco di 21 negozi (19 ipermercati e 2 superstore) che resteranno a Conad, ma per i quali sono previste «riduzioni delle superfici di vendita tra il 30 e il 50%». Il punto vendita di Rescaldina è nell’elenco, quello di Nerviano no. Nerviano potrebbe essere venduto a una parte terza, oppure restare così com’è. La trattativa è appena iniziata, nessuno è ancora entrato nei dettagli del piano di risanamento e quindi non si sa chi se la caverà con meno danni, se chi è nella lista o chi non c’è. Di certo, oggi gli unici che possono stare relativamente tranquilli sono i 15 dipendenti del punto vendita Sma di San Vittore Olona: il format del loro negozio è già compatibile con quelli di Conad, probabile che per loro il tutto si risolva con un cambio di insegna. A Rescaldina lavorano invece 350 persone, a Nerviano altre 200. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di donne con contratti part time. «Non siamo affatto tranquille .- afferma Maddalena Izzo, della Rsa di Rescaldina -. Anche un eventuale ricorso ai contratti di solidarietà finirebbe per incidere pesantemente su molte situazioni familiari».
L’IPERMERCATO DIMEZZATO
Anche l’ipotesi di ridurre la superficie di vendita di Rescaldina è fonte di preoccupazione. «Meno metri quadrati significa meno dipendenti - afferma Fabio Petraglia, segretario della Fisascat Cisl Milano Metropoli -. Da tempo a Rescaldina circola l’idea di chiudere il piano superiore dell’ipermercato, se confermata da Conad la scelta comporterebbe inevitabilmente degli esuberi». Per il momento, però, ci si può solo preparare al peggio. La trattativa “per grave crisi aziendale” è stata aperta ufficialmente venerdì, per tentare di raggiungere un accordo azienda e sindacati hanno tempo fino al 15 dicembre. Nel frattempo, chi può sta già cercando un altro lavoro.
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