L’OMICIDIO
Rescaldina, ucciso da due killer nel bosco
Regge l’ipotesi del regolamento di conti tra spacciatori, ma la vittima è ancora senza nome

Sul fatto che si sia trattato di un regolamento di conti tra spacciatori, gli inquirenti non hanno dubbi. Non a caso l’omicidio sarebbe stato commesso il sabato pomeriggio, il momento della settimana in cui si vende più droga. L’ipotesi più probabile è che il maghrebino ucciso stesse presidiando il «supermarket» che si trovava nel fitto del Rugareto, a un centinaio di metri da via Gerenzano.
DUE I KILLER
Due persone lo hanno affrontato armate di pistole, l’uomo ha capito subito quali erano le loro intenzioni e ha cominciato a correre verso la strada. Ha corso per una trentina di metri mentre i due gli sparavano, poi si è accasciato colpito da un proiettile alla nuca. Un singolo colpo che lo ha ucciso all’istante.
Già nella serata di sabato i carabinieri della compagnia di Legnano comandati dal maggiore Alfonso Falcucci avevano passato al setaccio l’area, recuperando bossoli di due diversi calibri e sequestrando una bici trovata nel bosco. Gli accertamenti sono poi proseguiti ieri, domenica 3 aprile, alla luce del giorno, ma nelle sue linee di massima la dinamica parrebbe chiara.
VITTIMA ANCORA SENZA NOME
Molto più complicato invece è dare un nome alla vittima, un ragazzo sui trent’anni con tratti maghrebini. Il giovane vestiva con una felpa e un paio di jeans, ma non aveva documenti, portafogli, telefoni, tatuaggi o altri segni particolari. Anche un primo confronto tra le impronte digitali del cadavere e l’archivio della forze dell’ordine non avrebbe dato riscontri. Ieri il corpo è stato sottoposto ad autopsia all’istituto di medicina legale di Pavia: dagli esiti dell’esame potrebbe arrivare qualche dettaglio in più, ma allo stato l’indagine non si annuncia semplice.
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